Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Gramellini sulla bambina di 11 anni stuprata e costretta all’aborto

"Lucia, un nome di fantasia da sventolare nelle piazze come vittima e testimone di un sopruso vero"

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 13 Mar. 2019 alle 10:49

Nel suo editoriale Il Caffè in prima pagina ogni mattina sul Corriere della Sera il giornalista e scrittore Massimo Gramellini ha commentato la tragica storia della bambina di 11 anni stuprata in Argentina a cui è stato negato l’aborto.

“Sei una bambina di undici anni e vivi non lontano da Tucumàn, la città in cui De Amicis ambientò la scena madre di Dagli Appennini alle Ande”. – racconta Gramellini. “Per sottrarti al destino delle tue sorelle maggiori, sistematicamente violate dal suo compagno, tua madre ti affida alle cure della nonna e purtroppo a quelle del suo uomo, un vecchio bavoso che ti mette incinta”.

“In Argentina l’aborto è consentito solo in casi estremi come il tuo”, dice lo scrittore. E in effetti è così, perché se è vero che in Argentina l’interruzione di gravidanza è vietata, è anche vero che è concessa nel momento in cui la vita della madre è in pericolo o in caso di violenza sessuale.

E questo era il caso della bambina argentina di 11 anni, che è corsa in ospedale urlando ai camici bianchi come scrive Gramellini. “Toglietemi ciò che quell’uomo ha messo dentro di me”, aveva detto la bambina.

“Ma loro tergiversano a frotte, trincerandosi dietro quelli che chiamano «convincimenti personali» e che proverò a riassumerti così: l’unica vita di cui non ci importa niente è la tua. La vita di una bambina costretta a subire ogni genere di violenza, compresa quella di un sistema che pretende di obbligarla a fare la madre a un’età in cui avrebbe diritto di essere trattata decentemente da figlia”.

“Ti disperi, anche contro te stessa, e per due volte tenti di ammazzarti, ma nulla sembra impietosire i tuoi immacolati carnefici. Finché incontri una dottoressa che finalmente ti vede per ciò che sei: una bambina”.

La storia della bambina di 11 anni violentata dal compagno della nonna e costretta a portare avanti la gravidanza non ha scosso solo l’Argentina, ma anche la rete di tutto il mondo che sul web ha lanciato l’hashtag #NiñasNoMadres. Perché a undici anni sei una bambina, non una madre.

Gramellini la chiama “Lucia, un nome di fantasia da sventolare nelle piazze come vittima e testimone di un sopruso vero. Qualsiasi sia il tuo vero nome, resti una bambina di undici anni. Chi non vuole capirlo ha perso di vista l’essenziale”.

Morta la figlia della bambina di 11 anni costretta al cesareo dopo lo stupro
“Voglio che mi togliate quello che quest’uomo mi ha messo dentro”: stuprata a 11 anni, le negano l’aborto
Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version