Dopo quattro anni e tre mesi di assenza, la Farnesina ha annunciato che l’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini tornerà al Cairo, in Egitto. Nell’aprile del 2016, l’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva richiamato in Italia il nostro rappresentante diplomatico come forma di protesta verso la scarsa collaborazione egiziana nelle indagini sul caso della morte di Giulio Regeni.
Giulio Regeni era un ricercatore italiano che nel 2016 viveva in Egitto e che stava svolgendo un dottorato di ricerca sui sindacati indipendenti egiziani per l’università di Cambridge. Il 3 febbraio dello scorso anno il suo corpo martoriato fu trovato in un fosso alla periferia del Cairo.
Da quel giorno ancora ci si interroga sulle cause che hanno portato alla morte del giovane ricercatore e sui responsabili delle torture applicate a Giulio che lo hanno portato alla morte.
Nonostante ancora poche siano le informazioni pervenuto dal governo egiziano, per il 15 agosto 2017 è stato disposto il rientro dell’ambasciatore in Egitto: a sbloccare la situazione l’annuncio, fatto ieri dalla Procura di Roma, di aver ricevuto nuovi atti dai colleghi del Cairo.
“Alla luce degli sviluppi registrati nel settore della cooperazione tra gli organi inquirenti di Italia ed Egitto sull’omicidio di Giulio Regeni, il governo italiano ha deciso di inviare l’ambasciatore Giampaolo Cantini nella capitale egiziana, dopo che – l’8 aprile 2016 – l’allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma per consultazioni”, si legge in una nota della Farnesina.
“Nell’ambito della collaborazione nelle indagini sull’omicidio di Giulio Regeni, vi è stato un colloquio telefonico nella mattinata di oggi tra il procuratore generale della Repubblica Araba d’Egitto e il procuratore della Repubblica di Roma. Il procuratore Sadek ha voluto condividere gli ultimi sviluppi investigativi compiuti dal team investigativo egiziano a seguito del sesto incontro tra le delegazioni dei due uffici avvenuto nel maggio scorso”: con questo comunicato congiunto tra la procura di Roma e la procura Araba di Egitto si motiva la decisione del rientro.
“In particolare sono stati nuovamente ascoltati, come richiesto dalla procura di Roma tutti i poliziotti che hanno avuto un ruolo negli accertamenti seguiti alla denuncia del capo dei sindacati indipendenti degli ambulanti del Cairo; la consegna di quanto raccolto alle autorità italiane è stata completata in data odierna”, prosegue il comunicato.
Tramite una nota e un post pubblicato dalla madre di Giulio Regeni, la famiglia ha espresso “indignazione per le modalità, la tempistica ed il contenuto della decisione del Governo italiano di rimandare l’ambasciatore al Cairo”.