“La tortura annulla totalmente la personalità delle vittime e nega la dignità degli esseri umani. Le Nazioni Unite condannano l’uso della tortura, definito come un crimine contro l’umanità secondo la legge internazionale, che è assolutamente proibito e non può essere giustificato in nessuna circostanza”.
La tortura è proibita in tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dal fatto che una nazione abbia ratificato i trattati internazionali in cui è dichiarato che l’uso della tortura è proibito.
Il divieto di tortura è assoluto: questo significa che mai un pubblico ufficiale o una persona che agisca a titolo ufficiale può infliggere intenzionalmente dolore o sofferenze gravi a un’altra persona, anche in situazioni di emergenza, quali guerre o catastrofi naturali.
Per questo, il 12 dicembre del 1997, le Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione 52/149, con la quale l’assemblea generale ha proclamato il 26 giugno di ogni anno come giornata internazionale in supporto delle vittime che subiscono torture.
“Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, disumani e degradanti”, recita la Dichiarazione universale dei diritti umani, articolo 5.
Nel 2014 Amnesty International ha lanciato la campagna Stop alla tortura, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità degli abusi di vittime e torture che ancora oggi si verificano nel mondo.
La Convenzione dell’Onu contro la tortura è stata ratificata da 157 Paesi. Ciononostante, “i governi hanno tradito l’impegno a porre fine a questa pratica che comporta la perdita definitiva dell’umanità, che è il segnale di una crisi collettiva fatta di barbarie, fallimenti e paura”, ha denunciato Amnesty International.
Qui sotto un video di Amnesty International per denunciare l’uso della tortura