Disavventura per George Clooney. L’attore e regista, questa mattina, è rimasto ferito in maniera non grave in seguito a un incidente stradale avvenuto a Olbia, in Sardegna.
Clooney, intorno alle 8 del mattino, era a bordo di uno scooter. All’uscita dall’hotel Ollastu, sulla Costa Corallina, è stato investito da un’auto. Lo scooter usciva e la macchina girava per entrare; l’autista non ha dato la precedenza a Clooney, travolgendolo.
L’attore si trova in Sardegna per girare “Catch 22”, la fiction tratta dal romanzo “Comma 22” di Joseph Heller.
Lo scontro è avvenuto sulla strada statale 125 al confine fra Olbia e Loiri Porto San Paolo, davanti all’albergo.
È stato lo stesso automobilista a fermarsi e a chiamare soccorsi per l’attore, che è caduto dallo scooter e ha riportato un trauma a una gamba. Subito soccorso da un’ambulanza con medico a bordo inviata sul posto dalla centrale operativa del 118 di Sassari, Clooney è stato trasferito all’ospedale di Olbia, dove è stato sottoposto a una Tac che ha dato esito negativo.
I rilievi dell’incidente, che ha causato la chiusura di una corsia della statale 125 e rallentamenti del traffico, sono stati effettuati dalla polizia municipale di Olbia. L’attore è ancora affidato alle cure dei medici dell’ospedale Giovanni Paolo II.
George Clooney e Amal donano 100mila dollari per i migranti
Di recente, lo scorso 22 giugno, George Clooney e sua moglie Amal hanno donato allo Young Center for Immigrant Children’s Rights, un’associazione per la difesa dei bambini migranti, 100mila dollari.
La stessa onlus ha ha riferito di avere ricevuto un “sostegno generoso”, dai coniugi Clooney e dalla loro Foundation for Justice. La donazione arriva mentre Donald Trump si è visto ‘costretto’ a un passo indietro in merito alla politica migratoria degli Usa, firmando il decreto per tenere unite le famiglie di immigrati clandestini al confine col Messico.
George e Amal hanno dichiarato: “Ci sarà un momento in cui i bambini ci chiederanno: è vero che il nostro Paese ha davvero tolto dei bambini ai loro genitori per metterli in centri di detenzione? E quando risponderemo sì, ci chiederanno cosa abbiamo fatto, cosa abbiamo detto, che posizione abbiamo preso. Non possiamo cambiare la politica di questo governo ma possiamo aiutare a difendere le sue vittime”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it