Nel 2011, l’allora ministra dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, aveva diffuso una dichiarazione ufficiale in riferimento alla scoperta sulla velocità dei neutrini effettuata dal Cern.
Nel testo si leggeva che “alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”.
Secondo l’ex ministra, quindi, esisterebbe un tunnel che percorre l’Italia e collega il Gran Sasso, in Abruzzo,con i laboratori di Ginevra, in Svizzera.
La gaffe non era passata inosservata e le parole della ministra erano state riprese dai social.
Ad anni di distanza, le affermazioni della Gelmini sono tornate agli onori della cronaca dopo essere state inserite in un libro di geografia scolastica.
Il libro “Capire il presente”, adottato per le quinte elementari, recita così: “Oggi il Gran Sasso ospita un Parco nazionale e dei laboratori sotterranei per la ricerca scientifica”.
Il testo prosegue poi riprendo le parole dell’ex ministra dell’Istruzione.
“Un lungo tunnel collega questi laboratori al Cern, il più grande laboratorio di fisica, che si trova al confine tra la Svizzera e la Francia, vicino alla città di Ginevra”, si legge infatti nel testo scolastico.
Secondo il sussidiario, quindi, esiste un tunnel di 732 chilometri che collegano Ginevra e il Gran Sasso.
Ad aver commesso l’errore è stata Tiziana Canali, autrice di riferimento per la Mondadori Education e che si è occupata della stesura del “sussidiario per tutte le discipline”.
La Canali avrebbe quindi ripreso la gaffe dell’allora ministra dell’Istruzione per inserirla erroneamente tra le pagine del testo redatto per le scuole intitolato “Capire il presente”.
La casa editrice è stata contattata da Repubblica dopo la diffusione della notizia dell’errore presente nel testo.
La Mondadori ha conferma la presenza di un’informazione errata nel suo sussidiario.
“Ci siamo accorti dell’errore due anni fa. Abbiamo sospeso il libro, corretto e ristampato. Si vede che alcune vecchie copie sono rimaste in giacenza”, ha commentato la casa editrice.
“È stato un incidente grafico. In tipografia hanno dovuto stringere il box di cinque righe in cui si parla di Gran Sasso e Cern e hanno tagliato male il testo”.
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