Dopo una lunga e intensa polemica mediatica, arriva finalmente la versione di Fredy Pacini, l’imprenditore accusato di aver sparato e ucciso un malvivente che stava tentando di introdursi nel suo capannone proprio pochi giorni fa.
È accaduto a Monte San Savino, in provincia di Arezzo la notte tra il 27 e il 28 novembre 2018.
Il titolare dell’azienda stava dormendo quando è stato svegliato dal rumore del vetro in frantumi. Corso al piano di sotto, si è trovato davanti i due ladri. E in quel momento ha aperto il fuoco.
“Quando mi sono alzato dal letto, svegliato dal rumore della vetrata infranta ho capito che ci stavano provando ancora una volta e ho preso la pistola” – scrive Il Corriere della Sera riportando la sua testimonianza.
“Allora mi sono affacciato alle scale e l’ho visto – continua il gommista-ciclista-. Lui era già entrato nel magazzino, aveva il piccone in mano, lo brandiva come un’arma, aveva il volto coperto da un passamontagna. Il suo complice stava scavalcando la finestra, ma poi si è fermato”.
“Ho puntato l’arma verso il malvivente con il piccone — prosegue —, ma ho avuto la sensazione che quell’uomo volesse raggiungermi. Era spavaldo, pericoloso. Allora ho mirato alle gambe e ho sparato dall’alto verso il basso e quando ho visto il ladro fuggire dalla finestra credevo di non averlo colpito. Invece…”
Invece sì. Il corpo della vittima, un moldavo di 29 anni, è stato trovato fuori dal capannone. Nonostante la chiamata al 118 effettuata dallo stesso Pacini, i tentativi di soccorrere il giovane sono stati vani.
Pacini sarà iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo di legittima difesa: il primo passo degli inquirenti sarà quello di capire se i due ladri erano effettivamente armati come dichiarato dal titolare dell’azienda.
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