Massimo Bossetti è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della giovane ginnasta Yara Gambirasio. La 13enne di Brembate di Sopra, nel Bergamasco, era scomparsa il 26 novembre del 2010. Per il ritrovamento del corpo bisognerà attendere il 26 febbraio del 2011: Yara era in un prato a Chignolo d’Isola, distante 10 chilometri circa da Brembate di Sopra in direzione sud-ovest.
Quello di Yara è uno dei casi che più ha segnato la storia della cronaca nera italiana degli ultimi decenni. Mario Bossetti sotto i riflettori insieme alla sua famiglia è però solo uno dei protagonisti dei delitti più celebri degli ultimi anni. Che fine hanno fatto gli altri? Lo ha raccontato il Messaggero:
Annamaria Franzoni
Annamaria Franzoni è stata condannata a 16 anni per l’omicidio avvenuto nel 2002 di suo figlio, Samuele, a Cogne. Alla donna, dopo sei anni trascorsi in carcere, sono stati concessi gli arresti domiciliari nel 2014. Per quattro ore al giorno Annamaria Franzoni può uscire di casa per fare la spesa e svolgere le sue attività quotidiane.
Non vive più a Cogne, ma è rimasta con suo marito Stefano, che le è sempre stato vicino e che ha sempre creduto nella sua innocenza. Il figlio più grande oggi ha 24 anni, ma con loro vive anche un altro bambino, nato l’anno successivo la morte di Samuele. Una perizia psichiatrica ha indicato che non c’è il rischio che possa uccidere ancora. Nonostante la condanna definitiva, la Franzoni continua a sostenere di non aver ucciso il suo bambino.
Rosa e Olindo
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo. Avevano ucciso a pochi giorni dal Natale del 2006 i propri vicini di casa. Accadeva a Erba, in provincia di Como. Rosa e Olindo, con fredda spietatezza, in quel giorno di dicembre uccisero Paola Galli, la sua figlia trentenne Raffaella Castagna, il piccolo figlioletto Youssef di appena due anni d’età e una donna che abitava in un appartamento confinante, Valeria Cherubini.
Rosa si trova nella prigione di Bollate, il “carcere modello” italiano per antonomasia, dove lavora nella sartoria e confeziona abiti, grembiuli e borse. Sebbene sia stata condannata all’ergastolo, la donna può uscire ogni 15 giorni e incontrare suo marito, recluso nel carcere di Opera.
Di Olindo sappiamo che tiene un diario, su cui scrive della sua passione per il giardinaggio. Nel carcere di Opera cura infatti l’orto della prigione e, meticoloso, ogni sera aggiorna il suo diario sui progressi fatti.
Erika e Omar
Giovani assassini, Erika De Nardo e Omar Favaro avevano 16 e 17 anni quando nel 2001, a Novi Ligure, uccisero la mamma e il fratellino di lei, Susanna Cassini e Gianluca. Erika fu condannata a 16 anni di prigion, Omar a 14.
Nel 2010, Omar venne scarcerato grazie all’indulto e alla buona condotta, Erika uscì di prigione nel 2011. Oggi Omar ha 35 anni lavora come barista in un locale, ha una moglie e un figlio, mentre Erika, di un anno più giovane, lavorava in un negozio di musica, ma poi l’esercizio commerciale è stato chiuso e, negli ultimi anni, in diverse occasioni ha rivelato durante le interviste di non riuscire a trovare lavoro.
Nonostante la reclusione, la giovane Erika è riuscita anche a laurearsi in Lettere moderne scrivendo una tesi intitolata “Socrate e la ricerca della verità negli scritti platonici”. 110 e lode.
Alberto Stasi
Un altro dei delitti più discussi della cronaca nera italiana è quello di Garlasco, nel 2007. Protagonista Alberto Stasi. Condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione, l’uomo ha ucciso la sua fidanzata di 26 anni, Chiara Poggi.
Anche Stasi, a un anno dal delitto della ragazza, con il processo in corso, riuscì a laurearsi in Economia con 110 e lode alla Bocconi di Milano. Laureato e presa l’abilitazione, Stasi è entrato in uno dei programmi che consentono ai detenuti di lavorare. Oggi lavora in un call center.
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