“Il furgone con gli extracomunitari ha invaso la mia corsia e si è venuto a scontrare con il mio Tir. Io lo avevo visto da lontano ma non sono riuscito ad evitarlo. Ho frenato, ho lampeggiato, non era una distrazione momentanea, l’autista del furgone dormiva sicuramente”.
Questo è il racconto che fa il signor Rocco Abate, uno dei tre sopravvissuti all’incidente di lunedì 6 agosto, sulla SS 16 tra Foggia ed Apricena, nel quale sono morti 12 braccianti agricoli.
Rocco, 57 anni, è l’autista del Tir che si è scontrato con il furgone sul quale viaggiavano i braccianti. Fa l’autista dal 1986, quella strada la percorre almeno due volte alla settimana, e all’Ansa ha raccontato la dinamica dell’incidente:
“Si è trattato sicuramente di un colpo di sonno. Non può essere stata una distrazione momentanea – aggiunge – perché il furgone ha camminato spostandosi verso di me per 15-20 secondi, a velocità credo sostenuta, considerando il terribile impatto che ha distrutto anche il mio tir”.
Subito dopo lo schianto, Abate ricorda di avere perso il controllo del mezzo prima di andare a sbattere contro il muro di cemento al lato della strada. Sopravvissuto al forte impatto, ha avuto paura di morire carbonizzato in caso di incendio del veicolo. “La cabina del mio camion era rovesciata. Senza neanche rendermene conto, ho cercato di allargare con i piedi il buco che si era creato sul parabrezza, di circa 30 centimetri, per uscire al più presto dal mezzo sperando che non prendesse fuoco”.
“Il furgone non l’ho proprio guardato, mi stavo ancora rendendo conto se ero vivo o morto. Il furgone è rimasto 50 metri dietro”, prosegue Rocco.
Un agricoltore – racconta Abate – mi si è avvicinato fornendomi una piccola zappa per aiutarmi a rompere il vetro”. A quel punto “le persone che erano lì – aggiunge – mi hanno fatto sedere su un muretto per verificare che fossi cosciente”.
“Ho saputo solo dopo che cosa era accaduto”, spiega ancora Rocco. “Su quella strada passo spesso, non siamo noi a prendere dei provvedimenti, due incidenti in pochi giorni, queste notti non sto dormendo”.
Per dire no al caporalato sindacati e associazioni manifestano a Foggia. Due cortei per ricordare le 16 vittime dei due incidenti stradali avvenuti nelle campagne e protestare contro lo sfruttamento.
Il primo, organizzato dai Cobas, è partito alle 8,30 dall’ex ghetto di Rignano, nel comune di San Severo e si concluderà davanti alla prefettura di Foggia. Un centinaio di persone partecipano alla “marcia dei berretti rossi quelli che i braccianti indossano nei campi come unica protezione dal solleone mentre raccolgono i pomodori per la vergognosa paga di un euro al quintale”.
La seconda manifestazione è in programma alle 18 a Foggia. Al corteo hanno aderito Cgil, Cisl e Uil e numerose associazioni da Arci a Libera.