Il giornale britannico Financial Times ha pubblicato un editoriale dedicato al governo italiano e diretto in particolare a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, intitolato “L’abbaiare dei populisti italiani potrebbe essere peggiore del loro morso”.
“Quindici anni fa Silvio Berlusconi ha generato scalpore quando, come primo ministro, ha attaccato i pubblici ministeri e i giudici italiani come mentalmente disturbati e antropologicamente diversi dal resto della razza umana”, spiega il giornalista.
Adesso è la volta di Matteo Salvini, degno successore di Berlusconi, di fare scandalo con le sue dichiarazioni e i suoi comportamenti, come dimostra il recente conflitto con la magistratura a causa del processo sui fondi della Lega e il caso Diciotti.
Il nuovo governo, continua l’articolo, si era presentato come un esecutivo nuovo, di rottura con il passato, ma la realtà sembra smentire i vicepremier.
“La coalizione è entrata in carica a giugno, unendo la Lega populista di destra con il Movimento 5 stelle anti-establishment. Si presenta come una rottura radicale con le politiche fallimentari di una élite marcia e egoista. Eppure il nuovo governo si sta rivelando un prigioniero dell’Italia del passato e dei vincoli strutturali che bloccano un cambiamento radicale”.
Secondo il giornalista del Financial Times, a dettare le regole sono Salvini e Di Maio, mentre il premier Giuseppe Conte è talmente tanto debole da essere quasi impotente.
“Le figure chiave sono Giovanni Tria, ministro delle finanze; Enzo Moavero Milanesi, ministro degli esteri; e Elisabetta Trenta, ministro della difesa. Soprattutto, Sergio Mattarella, il capo dello stato italiano, è la garanzia istituzionale che la nazione non si allontanerà dalla retta via”, prosegue l’editoriale.
“In breve, potrebbe esserci meno paura per la creazione di nuovi accordi politici non convenzionali in Italia di quanto alcuni pensassero pochi mesi fa. I barbari si sono romanizzati”.
Secondo il quotidiano, dunque, le minacce di Salvini e Di Mio non sono altro che parole vuote a cui difficilmente faranno davvero seguito azioni in grado di mettere in pericolo l’equilibrio europeo.
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