Tutti abbiamo uno, due, tre, dieci obiettivi da raggiungere nella vita. Di lungo raggio o breve termine. È giusto porsi delle mete da raggiungere, fa bene a migliorare se stessi e il rapporto con chi ci sta intorno.
E se gli obiettivi fosse di più, tipo 17, e servissero per riportare un equilibrio sociale, economico e ambientale a livello globale?
In questo caso si starebbe parlando dell’egregio lavoro svolto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che, il 25 settembre del 2015, ha stilato e adottato l’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile, meglio nota come Agenda Onu 2030, composta da 17 SDGs (Sustainable Development Goals o Obiettivi) e 169 Target (o Sottobiettivi), alcuni da raggiungere entro il 2020 altri entro il 2030. Anche se nel 2015, l’Agenda di Sviluppo Sostenibile, viene approvata dai 193 Paesi dell’Onu, negli anni successivi si sono rivelati solo alcuni timidi approcci per migliorare la situazione.
In Italia il 3 febbraio 2016, come unico caso in Ue, nasce ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) con lo scopo di far crescere nei soggetti sociali, economici e politici l’interesse e la conoscenza del contenuto dell’Agenda per arrivare, per tempo, alla sua realizzazione.
Quest’anno, dal 21 maggio al 6 giugno, si svolgerà la terza edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile indetta a livello nazionale da ASviS: ogni città è libera di partecipare organizzando eventi, convegni, conferenze, spettacoli tramite un’associazione, l’Università o l’amministrazione comunale. Particolare è il caso della città di Parma che fin dal primo anno si è distinta dalle altre città per l’elevato numero di eventi, la presenza di importanti relatori e l’elevata partecipazione della cittadinanza.
Il comitato organizzativo del Festival di Parma, coordinato dal Prof. Aliosha Malcevschi, è composta da varie associazioni locali tra cui: Slow Food Parma, WWF Parma, Gist, Legambiente Parma, Manifattura urbana, Fruttorti, l’Università e il Comune. Queste due edizioni hanno visto, a Parma, la partecipazione di noti volti del mondo scientifico, artistico, divulgativo come: Carlin Petrini, Amitav Ghosh, Marzio Mian, Neri Marcorè, Gunter Pauli, Enrico Giovannini, Gramennos Mastrojeni, Luca Mercalli solo per citarne alcuni.
Per questa terza edizione, che si svolgerà dal 23 al 26 maggio, invece sono stati invitati nella Petit Paris altrettanti ospiti degni di nota come: Stefano Caserini, Stefano Liberti, Fabio Ciconte, Giobbe Covatta, Tobias Jones e importanti imprenditori parmigiani come Mutti, Dallara, Chiesi Farmaceutici, Pinko, Barilla che incontreranno la cittadinanza per spiegare i propri piani di sostenibilità. P
erché la necessità di un Festival? Il 2030 è stato identificato come l’anno di non ritorno se la situazione non dovesse cambiare o migliorare nettamente e se gli impegni non venissero presi sul serio da parte del mondo politico, economico e sociale.
“Questo è un problema globale e ben più complesso degli altri problemi a cui siamo stati abituati, non è il classico problema di inquinamento – asserisce durante una conferenza del Festival dello Sviluppo Sostenibile Parma, Stefano Caserini, docente presso il Politecnico di Milano – la grandezza di questo problema fa si che sia difficile da affrontare specialmente perché è un problema con una grande inerzia quindi gli effetti non li vediamo direttamente noi oggi ma sono molto spostati nel futuro”.
L’Ue, attualmente, non si trova su un sentiero sostenibile, per quanto gli ultimi dati Eurostat sulle emissioni di CO2 derivanti da combustibili fossili nel 2018 siano in miglioramento rispetto all’anno precedente. Secondo le ultime stime sono diminuiti del 2,5% in Ue e in Italia del 3,5%.
La sostenibilità (che tiene conto di tre dimensioni: economica, sociale, ambientale) è una strada, anzi, l’unica strada da percorrere e come in autostrada dobbiamo mettere la quinta e premere sull’acceleratore, stando nei limiti, per evitare di prendere la multa più salata che non ci possiamo permettere di pagare. Qui il calendario del Festival di Parma.
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