“Non è piaciuta? Ne facciamo una nuova”. Aveva esordito così la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, lo scorso 1 settembre 2016, in seguito alla valanga di polemiche scaturite dalla – discutibile – campagna per il Fertility Day. L’improvviso e urgente desiderio di promuovere la salute riproduttiva di noi donne da parte del Ministero ha causato una vera e propria bufera mediatica. E forse non a caso.
La bellezza non ha età, la fertilità si.
Donne sbrigatevi a fare figli, insomma. Per non citare i restanti opuscoli della precedente campagna, questo è solo uno dei sussurrati imperativi categorici della Lorenzin. Come se noi donne fossimo appunto dei forni a incasso ventilato con timer, e la nostra esistenza fosse esclusivamente vincolata a questa terribile corsa contro il tempo. Come se l’avere un figlio fosse la nostra unica missione da portare a termine. E se ne fai tre anziché uno, ancora meglio. Sul sito del Fertily Day c’é addirittura un countdown, una banale coincidenza?
L’abbiamo perdonata. Ci abbiamo riso sopra. In fondo una donna senza figli può servire a tante altre cose: può tenere i figli dell’amica, stirare i fazzoletti di stoffa, riempire e svuotare scatole, controllare se un quadro è dritto, appoggiare la testa su un mucchio di fogli in ufficio e fare da fermacarte…O no? Questa era stata la risposta di Terzo Segreto di Satira alla campagna del Ministero della Salute, ideata con un ironico video sulla condizione delle donne.
Se pensavate di essere tornati all’età della pietra, vi sbagliavate. Al peggio non c’è mai fine, dicevano. Ed ecco infatti che arrivano, freschi freschi, e come promesso, i nuovi opuscoli per il Fertility Day 2016.
Se prima i figli andavano concepiti senza una ruga in viso, e magari pure senza un contratto di lavoro stabile, e alla svelta (perché mettendo su famiglia a trentacinque anni si rischia di essere poco creativi, secondo il Ministero), adesso la Lorenzin ci consiglia di non frequentare persone di colore o donne dai capelli afro, per prevenire la sterilità e l’infertilità. È meglio non farsi le canne e passare preferibilmente i proprio pomeriggi con famiglie ariane che fanno la pulizia dentale almeno una volta l’anno.
Il sospetto che lo stesso Joseph Goebbels abbia dato una mano ai grafici del Ministero della Salute direttamente dall’aldilà si fa sempre più concreto. E bisognerebbe forse incoraggiare il team creativo a non scegliere dalla banca immagini la stessa fotografia utilizzata da un centro per impianti dentali in Gran Bretagna e magari a rivedere l’inventario di proposte per incoraggiare gli italiani a fare figli, se proprio devono farlo.
Donne, da domani, per promuovere al meglio la vostra salute riproduttiva, solo corse in spiaggia con i parenti olandesi. Dimenticatevi per sempre di sedervi per terra su uno scalino accanto a ragazzi di colore che non usano la spazzola. Perché in fondo il razzismo, come dice la Lorenzin, è solo negli occhi di guarda.
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