“Anche quest’anno qualcuno mi avrebbe chiesto cos’ha fatto la Spal.
Sorrido nel pensare che quel qualcuno ogni domenica, chissà, è lì a guardarci accarezzato dal vento, grazie a quei tanti giovani che l’hanno adottato come amico, come fratello, in pratica come uno di loro, per non far vincere la morte e i suoi autori.
Meravigliosa e commovente l’idea di quella bandiera dei ragazzi della Ovest che nonostante tutto, alla faccia di un mondo malato di tante cose, ti ha restituito il calore e l’affetto di tanti cuori, quasi a sconfiggere quel freddo bestiale inenarrabile che incontrasti quella maledetta mattina di tredici anni fa.
Un messaggio quella bandiera in ogni dove, spontaneamente nato dal cuore, quasi a sbandierare al cielo la vita, quasi a non voler morire, quasi di monito e di insegnamento a chi di chi “quella vita” non ci ha capito mai nulla.
Guardo l’ennesima foto di te avvolto in quei colori a me cari, che non scoloriranno mai nel tempo. Provo a chiudere gli occhi, e nel tenerti stretto, ancora di più in questa notte particolare, rivivo quei momenti indimenticabili in cui tutto sembrava magnifico ed eterno.
Nella speranza magari un giorno di riprendere a correre insieme da qualche parte. E perché no, anche dietro un pallone in un bellissimo prato verde, nell’attesa di vedere una rete scuotersi per un gol, per sentire battere forte, di gioia, il tuo cuore.
Lino”.
Lino Giuliano Aldrovandi scrive un post su Facebook nel quale omaggia la Spal, la squadra calcistica della città di Ferrara, che ha raggiunto la salvezza.
La Spal era anche il grande amore di Federico Aldrovandi, morto all’alba del 25 settembre del 2005, a Ferrara, dopo una violenta colluttazione con quattro agenti di polizia.