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Fabrizio Moro e la commovente dedica a Stefano Cucchi

Fabrizio Moro sul palco

"Quando Stefano è morto senza una spiegazione chiara, eravamo pochissimi don Chisciotte a cercare di gridare in faccia a tutti la verità"

Di Giordano Giusti
Pubblicato il 17 Ott. 2018 alle 07:26 Aggiornato il 17 Ott. 2018 alle 12:27

“Quando Stefano Cucchi è morto senza una spiegazione ‘chiara, eravamo pochi, pochissimi ‘don Chisciotte’ a cercare di gridare in faccia a tutti la ‘verità’, una “verità” che oggi finalmente è stata raccontata…”.

A scrivere è Fabrizio Moro, che nel 2011 pubblicò ‘Fermi con le mani‘, canzone dedicata proprio alla vicenda del geometra romano morto nel 2009, la cui svolta è arrivata l’11 ottobre 2018 con la confessione di un carabiniere, l’agente Francesco Tedesco, che ha ammesso il pestaggio in caserma.

“Oggi si indignano tutti per quello che è accaduto a Cucchi, oggi l’Italia si è svegliata…Ci ha messo 9 anni ma si è svegliata e i mulini a vento per una volta sono caduti. Come sempre…meglio tardi che mai. Grazie Ilaria Cucchi” conclude il cantautore sulla propria pagina Facebook ufficiale.

Il post di Moro su Facebook

Fermi con le mani | Il testo della canzone

Mi sveglio un mattino,
Mi sveglio un mattino,
e sento che è morto un cittadino italiano,
ammazzato da altri italiani,
col tempo si negherà tutto ma questa è la storia,
questa è la storia, questa è la storia, questa è la storia.

Stefano ha lasciato la gente
a guardarsi stupita, a cercar di capire.
Un’entità giudicante ha cucito le bocche,
eseguito la sentenza e l’ha fatto morire.
E’ toccato ad ognuno di noi
ma qualcuno l’ha presa di striscio
e un uomo è morto da solo
in una stanza che puzza di piscio.
Massacrato da Tor Sapienza
a seguire fino a quando è arrivato all’udienza.
Tor Sapienza è un quartiere dove crescono i fiori
le luci, le spine, la polvere, i colori.
E girano gli uomini, girano, girano.
Girano e fanno i danni.
E’ normale, la vita è così,
per migliorarsi ci vogliono gli anni.
Ma si spezza la marcia al progresso
se lo Stato ha la testa nel cesso.

Vedi, vedi, vedi
io voglio vedere dietro le pareti.
Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi
fermi con le mani, fermi con i piedi.
Vedi, vedi, vedi
che la verità muore nei segreti.
Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi
fermi con le mani, fermi con i piedi.

Dimenticare, dimenticare.
Non riesco proprio a dimenticare.
Stefano non era un santo
e qualche cosa di sé la voleva cambiare.
Qualche precedente per spaccio di droga
e una vita in parte da recuperare.
Ma una sera è stato fermato, trattenuto,
perquisito per un controllo.
Gli hanno trovato un po’ di fumo
e qualche sostanza che brucia il cervello.
E allora un tale ha detto:
“Vieni con noi, vieni, vieni ragazzo,
e non rispondere, fai il bravo dai,
sennò a casa ci torni col cazzo”.

Vedi, vedi, vedi
io voglio vedere dietro le pareti.
Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi
fermi con le mani, fermi con i piedi.
Vedi, vedi, vedi
che la verità muore nei segreti.
Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi
fermi con le mani, fermi con i piedi.

Fermi con le mani, fermi con i piedi.
Fermi con le mani, fermi con i piedi.
Fermi con le mani.

Vedi, vedi, vedi
io voglio vedere dietro le pareti.
Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi
fermi con le mani, fermi con i piedi.
Vedi, vedi, vedi
che la verità muore nei segreti.
Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi
fermi con le mani, fermi con i piedi.

La coscienza non dimentica, La coscienza non dimentica
La coscienza non dimentica, La coscienza non dimentica.

Fermi con le mani Live | Stadio Olimpico Roma 16 giugno 2018

 

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