Fabiola Gianotti ha 52 anni, è romana, porta i capelli neri sulle spalle e ha uno sguardo deciso.
È stata nominata direttore generale del Cern di Ginevra, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. È la prima volta che una donna è a capo del laboratorio europeo di fisica.
Dopo essersi specializzata in fisica sub-nucleare all’Università di Milano, nel 1987 Fabiola Gianotti è entrata nel centro di ricerca, dove ha guidato l’esperimento Atlas per l’acceleratore di particelle, considerato dalla rivista New Scientist il più grande esperimento scientifico mai realizzato.
Fabiola Gianotti è diventata famosa quando, il 4 luglio del 2012, è stata tra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs. Il suo volto non è finito per poco sulla copertina del numero speciale della rivista Time in cui viene tradizionalmente celebrato l’uomo dell’anno, ma è comunque arrivata quinta nella prestigiosa classifica che il settimanale statunitense ha stilato per il 2012, scegliendo alla fine Barack Obama.
Figlia di un geologo piemontese e di una letterata siciliana, Fabiola Gianotti è la prova vivente che, mossi dalla passione per Marie Curie e Einstein, si può studiare al liceo classico e laurearsi in fisica. E con un certo successo, a giudicare dai risultati raggiunti.
Fabiola Gianotti prende il posto del tedesco Rolf-Dieter Heuer, che ha ricoperto la carica dal 2009, affiancato da Sergio Bertolucci come direttore della ricerca. Dopo sette anni da direttore generale al Cern, Rolf-Dieter Heuer porrà fine al periodo del suo incarico – eccezionalmente lungo – durante il quale ha avuto la responsabilità e l’onore di iniziare gli studi sul bosone di Higgs.
C’erano altri due fisici, insieme a Fabiola Gianotti, in corsa per la direzione del Cern: il britannico Terry Wyatt, dell’università di Manchester, e l’olandese Frank Linde, direttore dell’Istituto nazionale di fisica subatomica di Amsterdam
Fabiola Gianotti è la prima donna candidata alla direzione del Cern, ma non è la prima italiana ad arrivare ai vertici dell’organizzazione: fra i suoi colleghi si contano oltre 400 italiani, e molti hanno un incarico nel coordinamento degli altri ricercatori.
Questo sarà un periodo importante per il Cern, in parte perché verrà riavviato l’esperimento dell’acceleratore di particelle. L’obiettivo è aumentare la potenza e raccogliere i dati ottenuti per esplorare le nuove frontiere della fisica.
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