Il 30 gennaio 2019 la Camera dei deputati inizia la discussione di una proposta di legge di iniziativa popolare sull’eutanasia legale.
La Corte Costituzionale aveva dato al parlamento il mandato di approvare una legge sul fine vita, dopo il caso Cappato Dj Fabo.
Il 24 ottobre 2018 la Consulta aveva infatti rinviato la decisione sul caso del Dj Fabo al settembre 2019, chiedendo al Parlamento di intervenire sul suicidio assistito.
Il comunicato della Consulta nota che “l’attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti”. Per questa ragione, i giudici costituzionali hanno deciso di rinviare la trattazione della questione al 24 settembre 2019.
La Corte costituzionale era stata chiamata a decidere sulla questione di legittimità, sollevata dalla Corte d’assise di Milano nell’ambito del processo sulla morte di Dj Fabo, dell’articolo 580 del codice penale che punisce l’istigazione e l’aiuto al suicidio.
La proposta di legge era stata presenta grazie alle 130mila firme raccolte e depositate.
“È un fatto importante, un primo grande risultato della decennale campagna dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni per il rispetto delle volontà individuali in materia di fine-vita. Era il 1984 quando il parlamentare socialista e radicale Loris Fortuna depositò la prima proposta di legge per il riconoscimento di questo diritto: ci sono voluti ben 35 anni di iniziative popolari, storie individuali e disobbedienze civili per arrivare a questo risultato che ora non può essere affossato come già successe nel 2016″, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
La proposta di legge dal titolo “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”, era stata depositata il 13 settembre 2013. Dopo essere stata ferma per oltre 5 anni, il 30 gennaio 2019 inizierà il suo iter nelle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera dei deputati.
L’iter inizia con la relazione dei due relatori, Roberto Turri, capogruppo della Lega in commissione Giustizia e il deputato Giorgio Trizzino del M5s.
La proposta si compone di 4 articoli e inserisce alcuni diritti che attualmente non sono contemplati. “Ogni cittadino può rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di trattamento di sostegno vitale o di terapia nutrizionale. Il personale medico e sanitario è tenuto a rispettare la volontà del paziente”, si legge nella proposta.
“Ogni persona può redigere un atto scritto, con firma autenticata dall’ufficiale di anagrafe del comune di residenza o domicilio, con il quale chiede l’applicazione dell’eutanasia”, prosegue ancora.
Inoltre, i medici e il personale sanitario che non rispettano la volontà manifestata dai soggetti sono tenuti al risarcimento del danno, morale e materiale, provocato dal loro comportamento.
La richiesta di applicazione dell’eutanasia deve essere chiara e inequivoca e non può essere soggetta a condizioni, specifica ancora la proposta, all’articolo 4.
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