La Procura di Catania ha deciso di aprire un’inchiesta sulla morte per suicidio assistito di una donna di 47 anni, la quale si è sottoposta all’eutanasia in una clinica in Svizzera senza averne dato notizia a familiari e amici.
Alessandra Giordano, 47enne originaria di Paternò in provincia di Catania, era affetta da una grave forma di depressione e ha così scelto, senza farne parola con nessuno, di recarsi alla clinica svizzera Dignitas – la stessa dove si è sottoposto allo stesso trattamento anche Dj Fabo – per togliersi la vita.
I parenti, che non sono riusciti a farle cambiare idea nemmeno dopo essere riusciti a mettersi in contatto con lei quando già si trovava a Zurigo, hanno così deciso di sporgere denuncia ai Carabinieri. La procura ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di istigazione al suicidio, inchiesta che al momento non ha nessun indagato; a scopo cautelativo, però, i magistrati hanno disposto il sequestro di un conto corrente e di un immobile di proprietà della donna al fine di evitare che la clinica elvetica possa domandare altri soldi (oltre ai 6.200 euro pagati per il suicidio assistito).
La richiesta, però, è stata bocciata dal Gip: la donna ha d’altronde seguito un iter regolare per sottoporsi all’eutanasia e, sempre secondo il magistrato, non si trovava in uno stato di infermità fisica o mentale tale da compromettere la consapevolezza con cui ha preso questa decisione.
Alessandra, circa 15 giorni fa, si era recata allo scalo aeroportuale siciliano di Fontanarossa per imbarcarsi su un volo per Zurigo. Del viaggio i suoi genitori non erano stati informati: un amico, però, poco prima della partenza ha incontrato Alessandra e i due si sono salutati normalmente. Uscito dall’aeroporto l’uomo ha inviato un messaggio alla sorella di Alessandra dicendole di averla vista partire per un viaggio di piacere e di esserne felice. Lei però, quando ha letto quel messaggio qualche ora più tardi, è rimasta stupita, in quanto non era assolutamente a conoscenza della partenza di sua sorella.
A quel punto sono partite le ricerche dei familiari, i quali non appena scoperto che Alessandra si trovava a Zurigo per sottoporsi all’eutanasia hanno deciso di partire immediatamente per cercare di fermarla. Per tale ragione hanno anche contattato la Farnesina.
Quando sono finalmente riusciti a parlare con lei, Alessandra non ha voluto rivelare la sua posizione e ribadito di aver preso la sua decisione. A quel punto i familiari, in un ultimo disperato tentativo, hanno chiamano anche la polizia, ma la 47enne aveva firmato l’autorizzazione ed è stata accompagnata alla morte il 27 marzo come scelto.
Della morte della donna, infine, i familiari sono stati informati dallo stesso personale della clinica, il quale ha poi mostrato loro una foto del corpo di Alessandra che, come impone il protocollo della clinica Dignitas, aveva anche firmato l’autorizzazione per essere cremata.
I magistrati di Catania al momento possono solo indagare e raccogliere le testimonianze dei parenti della 47enne di Paternò: il sospetto dei familiari è che Alessandra possa essere stata spinta da terze persone a sottoporsi al suicidio assistito.
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