Un ragazzo straniero ha denunciato padre Antonio Zanotti, il fondatore della comunità di accoglienza per profughi e minori in difficoltà chiamata “Oasi 7”, per violenze sessuali.
L’avvocatessa del giovane, Laura Sgrò, ha depositato presso il Vaticano e la procura di Roma alcuni video e foto dal contenuto sessuale che mostrano don Zanotti e il ragazzo che ha sporto denuncia.
Secondo quanto raccontato dal ragazzo, che si trova al momento in luogo sicuro, e come riportato dal Corriere della Sera, il frate lo aveva costretto ad essere il suo amante dietro minaccia.
Inoltre, don Zanotti è accusato di aver picchiato la sua vittima quando il ragazzo, che ha anche cercato di togliersi la vita, ha provato a scappare.
Il ragazzo ha vissuto per4 anni nella comunità gestita dal frate e alle sue accuse si sono unite anche quelle di altri due giovani.
La vittima delle violenze è arrivato in Italia all’età di 6 anni dopo essere stato adottato, ma ha passato diversi anni in collegio perché i suoi genitori lo consideravano “un bambino complicato”.
Nella denuncia si legge che il ragazzo si era sentito “accolto dal frate e dalla comunità, ma notai subito l’eccessivo lusso nel quale era abituato a vivere padre Zanotti, molto lontano dai costumi francescani”.
“Per circa un anno svolsi attività lavorativa in cambio di solo vitto e alloggio, nonostante padre Zanotti mi avesse promesso una assunzione regolare in tempi brevi presso la cooperativa ‘Rinnovamento’ di Antegnate in provincia di Bergamo”.
I primi approcci sessuali, racconta il ragazzo, sono iniziati dopo 3 mesi con “abbracci e inviti a bere nella sua stanza”.
Il giovane spiega di non essere stato in grado di opporsi.
“Padre Zanotti cominciò a farmi dei regali costosi, qualunque cosa chiedessi me la acquistava. Se accondiscendevo alle sue richieste, mi faceva trovare dei soldi”.
“Mi costrinse a prendere del Viagra”, continua il ragazzo nella denuncia”.
“Mi diceva sempre: ‘Ci vogliono i soldi, caro mio, io ne ho tanti e tu non hai niente'”.
Nella denuncia si legge che il ragazzo aveva lasciato la comunità a causa delle violenze e delle minacce, ma aveva fatto ritorno dopo un anno, rassicurato dal prete stesso che la situazione sarebbe cambiata.
“Ebbi assegnato un alloggio che contribuii a rifinire con le mie prestazioni lavorative, ma fu l’inizio della fine. Padre Zanotti divenne ancora più possessivo e geloso nei miei confronti”.
A causa del “degrado umano” in cui si era ritrovato a causa del prete, il ragazzo aveva lasciato nuovamente la struttura, ma padre Zanotti lo aveva ritrovato e picchiato, secondo quanto racconta il giovane.