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“I migranti sono l’ultima occasione storica per l’Occidente di dimostrare quello che dovrebbe essere”

Credit Getty Images

L'inviato di guerra Domenico Quirico, ospite nel programma di Santoro “M”, in un breve intervento parla di diritti e del motivo per cui bisogna occuparsi dei migranti "inutili" e non di quelli che possoNO alzare il Pil in Italia

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 27 Feb. 2018 alle 11:59 Aggiornato il 27 Feb. 2018 alle 16:09

“A me il migrante utile, non interessa. Del migrante perché mi porta delle cose a me non importa niente. A me interessa il migrante inutile, quello che quando arriva a Lampedusa lo tocco con i guanti di gomma. Come non faccio nemmeno più con le bestie.

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E gli metto la mascherina perché ho paura dei contagi. Quello è il mio migrante, quello che ho il dovere di accogliere, che non sa fare niente, non è niente, quello che una volta chiamavano il povero. Si mette sulla battigia, alza le braccia e dice io sono qua. Non l’altro che ce la può fare perché ha tre titoli di studio e magari posso integrare nella nostra attività economica”.

Con queste parole Domenico Quirico, inviato di guerra del quotidiano La Stampa, è intervenuto nella puntata del programma di approfondimento politico “M” di Michele Santoro.

La puntata titolata “Razzisti noi?” è andata in onda giovedì 25 gennaio sulla terza rete della tv pubblica.

Al giornalista viene data parola per esprimere il proprio pensiero sul tema “migranti”, l’intervento di Domenico Quirico si evolve in un’inedita lectio magistralis.

All’inizio chiarisce subito che il problema della migrazione non è un problema di compassione o di bontà, ma è un problema di diritti.

Sottolinea l’importanza di “restare umani”, ripercorrendo la storia dei diritti che in passato “abbiamo sempre applicato a un uomo astratto, in quanto uomo e basta, mentre ora il diritto in quanto uomo non vale più”.

“La prima domanda che viene posta al migrante quando arriva è ‘Tu da dove vieni?, la domanda più idiota”, spiega Quirico e continua facendo l’esempio su un migrante proveniente dall’Eritrea, a cui , secondo il giornalista, si direbbe: “No, mi spiace. Il concetto di diritto per te non vale. Tornatene da dove sei venuto”.

“Oggi facciamo il percorso inverso, non poniamo il concetto di diritto in senso astratto a ogni uomo, ma facciamo quello che è stato fatto prima, lo applichiamo a qualcuno: io sono europeo, ho un passaporto, sono occidentale, ho dei diritti, il migrante no”.

“Il diritto vale solo per noi, che siamo all’interno del paradiso. Per noi che viviamo nel super attico dell’occidente. E questa è la negazione di ciò che siamo. Nel momento in cui neghiamo tutto questo, ci disintegriamo. Non abbiamo più alcuna funzione nella storia del terzo millennio. Non siamo più niente.”

Il giornalista insiste sul concetto di “migrante inutile”, che è quello verso cui dovremmo essere più umani e il primo che dovremmo accogliere.

Spesso si parla di opportunità che il migrante può portare al nostro paese, al paese accogliente. Il migrante utile è quello che apporta un contributo: al PIL, all’economia in generale, quello che si mette a fare dei lavori che l’italiano non fa più.

Tutto questo per Quirico è sbagliato l’unica possibilità che il migrante ci offre dice è quella “di dimostrare di essere quello che devo essere”.

“È la più grande occasione storica, forse l’ultima che questa parte del mondo ha”.

Qui l’intervento integrale:

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