“Io qui non posso entrare”. Stavolta però questa scritta non è stata apposta sotto la faccia paffuta di un cagnolino, ma del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. È successo a Napoli, dove il cartello è apparso sulla porta di ingresso di un ristorante.
Sulla faccia di Matteo Salvini campeggia il divieto, chiaro, chiarissimo. Oltre frase di solito utilizzata per indicare il divieto di animali nei locali, sul manifesto attaccato sul ristorante c’è scritto anche altro: “Locale napoletano. Vietato ai razzisti”.
Sul quotidiano Il Mattino si legge anche il commento del titolare del locale, Francesco Andoli. Il ristorante-bottega Januarius si trova in centro, a due passi dal Duomo di Napoli. Andoli è convinto che la sua siauna “iniziativa doverosa”.
E spiega ancora: “C’è ormai un clima di orrore, rigurgiti fascisti, xenofobi, razzisti. Io non appartengo a quei napoletani che credono nella verginità politica di Salvini”. E Andoli non può non ricordare le parole poco carine che il vicepremier ha speso in passato proprio per il capoluogo campano: “Dopo che per anni ci ha insultato, dopo che su quegli insulti ha creato la sua carriera politica ora ci vuol far credere di tenere alle sorti del Sud? Io non ci credo. Solo gli stolti, i fessi, o chi ha un tornaconto politico ci può credere”.
Il cartello provocatorio è stato affisso il 26 ottobre, ma assicura Andoli “sono tantissimi i napoletani ma anche i turisti settentrionali che si stanno complimentando e ci stanno stringendo la mano”. Non arretra di un passo Andoli, che si dice certo che se un giorno il ministro dell’Interno dovesse presentarsi davanti alla porta del suo locale, lui non lo farebbe entrare.
“Qui a Napoli la Lega è riuscita a conquistare sì e no l’1 per cento, ma soprattutto ci sono dei valori che vanno ad di là di tutto. E per me chi è razzista, chi è omofobo, qui dentro non entra. Abbiamo messo la faccia di Salvini ma il messaggio vale per tutti i razzisti: qui non entrerete mai”, spiega ancora Aldoli.
Sulla pagina Facebook del Januarius si legge un lungo post in cui si spiega il concetto del cartello: “Ci perdonerete la divagazione. E siamo anche certi che, qualcuno, considerando che siamo in commercio, penserà che una simile presa di posizione possa essere controproducente. Probabilmente, questo qualcuno, ha pure ragione. Ma, a dire il vero, nun ce ne passa manco pa’ capa!”.
E continua: “Certi episodi di cronaca quotidiana ci lasciano a dir poco basiti, riteniamo pertanto necessario dire chiaramente come la pensiamo e da che parte stiamo, senza paura, senza fare calcoli: #maiconsalvini. Mai con chi ha costruito la propria fortuna politica offendendo e denigrando i meridionali, i partenopei in particolare. E a nessuno venga mai in mente di portarlo a pranzo o a cena da noi in concomitanza di una delle sue prossime visite a Napoli. Perché con certi soggetti non mangiamo nello stesso piatto e non li serviamo in tavola. Siate seri, siate meridionali”.
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