In un articolo su la Stampa, Massimo Gramellini ha immaginato quelle che potrebbero essere le riflessioni di questi giorni di un commesso del Quirinale che si rivolge alla moglie del presidente della Repubblica, la signora Clio Napolitano.
Buongiorno signora Napolitano, è giovedì mattina. Dovrebbe lasciare la camera entro mezzogiorno. Bersani e Alfano, avvinti come l’edera, stanno votando insieme Marini. Non Valeria, che pure ha preso un voto come il conte Mascetti di Amici miei. Verro più tardi a prendere le valigie. Ha controllato che qualche severo monito non sia rimasto impigliato nei cassetti?
Buonasera signora Napolitano, può fermarsi ancora stanotte. Marini ha appena telefonato per dire che non viene più. Come dice, Rodotà? Neanche lui può venire. La sinistra non lo vuole. E’ di sinistra.
Buongiorno, signora Napolitano, è venerdì mattina. Le do una notizia splendida. Il Pd ha appena assegnato la vostra stanza a Romano Prodi per acclamazione. Doveva vederli, i ragazzi. Tutti così spontanei, plaudenti, sinceri. Stavolta ci siamo. Vorrà mica che tradiscano il fondatore? Sarebbe come ammazzare il padre. Per la terza volta, fra l’altro. Ho ripiegato i pantaloni e le esternazioni di suo marito. Adesso però corro a comprare i tortellini.
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