“Per me è una cosa assurda la revoca della scorta a Sandro Ruotolo”. A dirlo è Luigi Di Maio, che ha commentato la decisione del Viminale. Di Maio ha fatto sapere che chiederà maggiori informazioni sul caso.
“Se non ci sono rischi per Sandro non devo dirlo io, ma i tecnici. Se invece è stata fatta una scelta imprudente, allora merita una scorta perché è uno dei giornalisti di questa terra che si è battuto per la lotta alla criminalità organizzata e camorra”.
A dare la notizia della revoca della scorta era stato l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, alludendo al fatto che il giornalista, da sempre impegnato in inchieste contro la mafia, si era occupato della “Bestia”, la macchina della propaganda di Matteo Salvini.
Anche un altro esponenente del Movimento Cinque Stelle, il presidente della Camera Roberto Fico, era intervenuto sulla questione. “Mi fido delle nostre istituzioni. Sul caso della scorta di Sandro Ruotolo verranno fatti approfondimenti”.
Al fianco di Sandro Ruotolo si era schierato anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho: “Pensate ai giornalisti che subiscono le minacce, come Sandro Ruotolo e tanti altri: su di loro incombe il pericolo e il rischio della loro incolumità. Da noi deve partire un’azione di condivisione, di aiuto, di sostegno. È necessario che ciascuno si senta effettivamente protetto e che abbia una rete attorno”, ha detto.
Sandro Ruotolo, 63 anni, ha lavorato con Michele Santoro a diversi programmi di approfondimento televisivi. Nel 2009, in corrispondenza di un’inchiesta sui rapporti tra mafia e Stato e dopo aver intervistato Massimo Ciancimino, riceve una lettera minatoria in cui viene minacciato di morte. Era sotto scorta da maggio del 2015, dopo aver ricevuto minacce da Michele Zagaria, boss dei Casalesi, a causa delle sue inchieste sul traffico di rifiuti tossici in Campania. Tra le sue ultime inchieste, quella sulla strage di Bologna e sulla P2 di Licio Gelli, oltre a quella sulla gestione dei rifiuti in Campania.