Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, in Cina per la China International Import Expo (Ciie), si è distinto per una nuova gaffe internazionale.
Il vicepremier ha sbagliato a pronunciare il nome del presidente cinese, Xi Jinping, chiamandolo Ping, in un discorso da lui tenuto al forum su commercio e innovazione.
Parlando di fronte agli ospiti del Ciie, tra cui erano presenti anche Bill Gates e Jack Ma, il fondatore di Alibaba, oltre a diversi politici e premier, il vicepremier ha detto di aver apprezzato il discorso di apertura su globalizzazione, commerci globali e lotta al protezionismo del “presidente Ping”.
Il traduttore cinese ha corretto l’errore, pronunciando correttamente il nome del presidente, ma non è bastato.
Nel corso della conferenza serale a chiusura della missione in Cina, Di Maio ha commesso lo stesso errore, chiamando nuovamente il presidente cinese Xi Jinping il “presidente Ping”.
La trascrizione errata – L’errore di Di Maio non è stato solo verbale. Sotto il video pubblicato dal vicepremier sulla sua pagina Facebook infatti è possibile leggere la trascrizione del suo discorso e in un primo momento anche lì era stato riportato erroneamente il nome del presidente.
In un secondo momento, il post è stato modificato, ma alcuni utenti hanno fatto in tempo a scattare degli screenshot dell’errore.
Il volo di Di Maio in Cina – Sabato 3 novembre il leader del Movimento 5 stelle è partito dall’aeroporto di Fiumicino “per raggiungere delle intese importanti” in Cina, nel suo secondo viaggio verso il gigante asiatico.
Anche questa volta, il vicepremier ha pubblicato un video postato sui social network mentre si trovava su un volo Alitalia verso la Cina mostrando il biglietto di seconda classe e attaccando chi ha goduto di “lussi e privilegi”.
“Alla faccia di chi compra gli Air Force Renzi, da dicembre taglieremo vitalizi e pensioni d’oro: ve lo giuro”.
“Ciao a tutti sto partendo per la Cina – esordisce nel video – per firmare accordi importanti per i nostri imprenditori, i nostri agricoltori e i nostri giovani tirocinanti: ci sono delle firme importanti che metteremo”.
“Come sempre – ha aggiunto – ci vado in seconda classe, col biglietto Alitalia, alla faccia di tutti quelli che comprano gli ‘Air Force Renzi’, che spendono soldi in vitalizi, in pensioni d’oro…gli taglieremo tutto, uno ad uno entro dicembre. Ve lo giuro”.
Già dopo il primo viaggio a metà settembre 2018 era scoppiata una polemica sul costo del viaggio. Di Maio aveva annunciato di aver volato in economy, ma era poi venuto fuori che aveva soggiornato in uno hotel di lusso, il Four Season di Pechino.
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