Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha presentato una lettera all’Ordine dei giornalisti in cui accusa di mistificazione alcuni quotidiani e giornalisti che si sono occupati delle indagini in corso sulla sindaca di Roma Virginia Raggi.
Nella lettera, consegnata personalmente al presidente dell’Ordine Enzo Iacopino e pubblicata l’8 febbraio sulla pagina facebook del deputato Cinquestelle, Di Maio fa un elenco dettagliato degli articoli di stampa che, a suo dire, avrebbero usato la vicenda delle polizze vita aperte da Salvatore Romeo “per infangare e colpire in maniera brutale” il primo cittadino della Capitale. Di Maio chiede all’Ordine di bloccare la “campagna diffamatoria in atto contro il Movimento”.
“Ho chiesto all’onorevole di desistere dall’intenzione di presentare querele o di avviare azioni civili nei confronti dei giornalisti”, ha fatto sapere in una nota il presidente Iacopino. “In occasione dell’incontro, ho invitato Di Maio a far sì che gli esponenti del M5S non proseguano in una azione di demonizzazione generalizzata dei giornalisti, manifestandogli il timore che questo clima possa determinare conseguenze dolorose che questo nostro Paese ha già subito in anni non lontani”, ha sottolineato Enzo Iacopino.
La lettera di Di Maio ha subito suscitato la reazione indignata del sindacato dei giornalisti. “In uno stato di diritto è legittimo che chi si ritiene diffamato da
un cronista si rivolga alla magistratura o al competente ordine
professionale. Quello che non è accettabile sono invece le liste di
proscrizione e le intimidazioni”, si legge nel comunicato diffuso da Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana (FNSI).
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