Lunedì 25 settembre, ospite a Porta a porta, il vicepremier Luigi Di Maio ha promesso: “Con questa manovra aboliremo la povertà“.
Secondo il ministro del Lavoro, grazie alle pensioni minime a 780 euro e il reddito di cittadinanza, in Italia la povertà non sarà più un problema.
“Ho parlato di manovra di popolo perché con le misure che introdurremo nella legge di bilancio avremo abolito la povertà”, ha detto con sicurezza Di Maio durante la trasmissione di Rai 1.
La frase non è passata inosservata sui social network, che hanno preso di mira il leader del Movimento 5 Stelle.
Su Twitter è diventato virale l’hashtag #dimaioabolisce, con gli utenti che si sono scatenati in improbabili accostamenti, alcuni ironici altri più duri.
Dal ciclo mestruale nei mesi caldi ai semi del cocomero, dai congiuntivi agli esami di laurea, dalle doppie punte al colesterolo: sono tanti i suggerimenti dati dalla rete al ministro su cosa potrebbe abolire.
Nonostante le polemiche e l’ironia del web, Luigi Di Maio ha ribadito il concetto, confermando le sue parole attraverso un post su Instagram.
Secondo l’ultimo rapporto Istat di giugno, la povertà riguarda oltre 5 milioni di persone in Italia. Il tasso di povertà non era così alto nel nostro Paese dal 2005.
Dal 2016 al 2017 la povertà assoluta è cresciuta sia in termini di famiglie, 1 milione e 778mila, che in termini di persone, 5milioni e 58mila.
In termini percentuali, il 6,9 per cento delle famiglie italiane vivono in povertà assoluta. Il tasso è ancora più alto se si considerano i minori: sono 1 milione e 208mila coloro che vivono in povertà, il 12,1 per cento.
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