“Quanto paghi Alessandro Di Battista?”: secondo il sito Dagospia, alcuni giornalisti del Fatto Quotidiano si sarebbero rivolti con queste parole al direttore Marco Travaglio durante una riunione di redazione tenutasi venerdì 16 novembre.
Ciò che non andrebbe giù alla redazione del Fatto è il compenso dato a un personaggio pubblico, ex deputato M5s e tra i leader de facto del Movimento, che pochi giorni fa ha definito i giornalisti “puttane e pennivendoli”.
Di Battista firma reportage per il giornale di Travaglio dal Centro America.
Sempre secondo Dagospia, il direttore del Fatto avrebbe cercato di svicolare, facendo generici riferimenti ai compensi dovuti per questo tipo di articoli. La redazione avrebbe addirittura minacciato uno sciopero qualora fosse stato pubblicato un nuovo articolo di Di Battista.
Altro motivo di scontento all’interno della redazione sarebbe la presunta volontà del giornale di avviare una collaborazione con Fabrizio Corona per Loft, la tv del Fatto.
Il Comitato di redazione del Fatto Quotidiano ha scritto a Dagospia per riportare la propria versione dei fatti: “Cari colleghi, quanto avete pubblicato sulla nostra assemblea di ieri contiene diverse inesattezze – si legge nella nota – Non abbiamo mai chiesto nulla sul compenso di Di Battista, non abbiamo fatto sapere né deciso lo sciopero delle firme. È vero solo che c’è stata un’assemblea in cui si è discusso di molte cose tra cui anche la collaborazione di Di Battista e il progetto di Loft con Fabrizio Corona. Con preghiera di pubblicazione. Grazie. Buon lavoro”.
Il sito di Roberto D’Agostino ha però rilanciato, titolando il pezzo in cui veniva pubblicata la rettifica del giornale di Travaglio: “Il comunicato del CDR del Fatto conferma, indirettamente ma chiarissimamente, tutti i temi indicati dal pezzo di Dagospia”.
Alessandro Di Battista, dopo l’assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi nel processo che la vedeva imputata per falso in atto pubblico, si era scagliato contro i giornalisti, colpevoli a suo parere di attaccare il Movimento Cinque Stelle servendo interessi politici di parte.
Nel fare tutto questo, Di Battista aveva definito i giornalisti “pennivendoli”, “puttane”, “sciacalli” e altro ancora.
Qualche giorno dopo, l’ex deputato pentastellato ha pubblicato una lista dei giornalisti “liberi”, in cui figurano appena otto nomi.
Questa la lista:
Marco Travaglio
Massimo Fini
Pietrangelo Buttafuoco
Fulvio Grimaldi
Alberto Negri
Franco Bechis
Luisella Costamagna
Milena Gabanelli
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