Due detenuti sono evasi dal carcere delle Vallette, a Torino. Entrambi non sono rientrati nella struttura dopo alcuni giorni di permesso premio.
Si tratta di Nicola Comite, 55 anni, e Salvatore Massaro, 50 anni, entrambi affiliati alla Sacra Corona Unita. Comite stava scontando una condanna per omicidio, associazione a delinquere di stampo mafioso e rapina a mano armata.
Massaro era invece in cella per una rapina, anche questa finita in tragedia: l’uomo non si era fermato a un posto di blocco, e nell’inseguimento un agente era rimasto ucciso in un incidente stradale.
Entrambi avrebbero finito di scontare le loro pene nel 2020. Massaro non è rientrato alle Vallette dopo un permesso premio di cinque giorni, che scadeva nella serata di martedì 26 giugno.
Anche Comite era fuori temporaneamente. Non è chiaro al momento se ci sia un legame tra le due fughe, circostanza che comunque gli inquirenti non escludono, poiché i due detenuti hanno diversi contatti comuni.
Il caso ha subito suscitato le proteste del sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Osapp): “Se questa non è emergenza non sappiamo come in che altro modo definirla – ha dichiarato segretario dell’Osapp Leo Beneduci – Non vediamo reazioni politiche ma il sistema penitenziario fa acqua da tutte le parti. Queste storture trovano spiegazione nell’eccessivo buonismo che ricade sempre sulle spalle della polizia penitenziaria ma anche sui cittadini”.
“D’altra parte – ha aggiunto Beneduci – nella concessione di permessi premio a detenuti che poi evadono concorrono una serie di pareri favorevoli, dal carcere alle altre autorità esterne: pareri sui quali, come abbiamo già detto, occorrerà fare debita chiarezza”.
Non è la prima volta che nascono problemi e polemiche a causa delle modalità con cui vengono rilasciati i permessi premio. In passato molti detenuti si sono approfittati di queste concessioni tentando di evadere o commettendo altri delitti mentre si trovavano fuori dalle mura del carcere.