Desirée Mariottini aveva 16 anni ed era di Cisterna di Latina, piccolo comune di quasi 37mila abitanti in provincia di Latina. Nella notte tra giovedì 18 ottobre e venerdì 19, il corpo senza vita della giovane è stato ritrovato in uno stabile abbandonato di Roma, nel quartiere di San Lorenzo, a pochi passi dalla stazione Termini. (Qui tutto quello che c’è da sapere sull’omicidio di Desirée).
Desirée è stata prima stuprata e poi uccisa. L’autopsia ha confermato che la ragazza ha subito violenza sessuale e che ha assunto sostanze stupefacenti.
Oggi, 30 ottobre, si tengono i funerali della giovane a Cisterna di Latina.
Il caso della ragazza era stato segnalato lo scorso agosto ai servizi sociali, al Sert e al Tribunale dei minori per un episodio in cui era stata accusata di spacciare Rivotril.
La ragazza era affidata ai nonni. I genitori, separati, erano tornati a parlarsi proprio per provare ad aiutare la figlia. Ma la madre Barbara Mariottini, non immaginava che la situazione della figlia fosse così problematica.
Nella percezione della famiglia, il rapporto della ragazza con le droghe è precipitato nel giro di 10 giorni, conducendola da un’assunzione saltuaria alla dipendenza.
Il padre, Gianluca Zuncheddu, si trova agli arresti domiciliari. Nel 2002 era stato arrestato nell’operazione “Bassotti” perché ritenuto uno dei capi-bastone dello spaccio a Latina.
Secondo il suo racconto, aveva provato a salvare la figlia dai pusher in diverse occasioni. L’ultima volta, l’aveva anche schiaffeggiata e la ragazza aveva chiamato il 113.
Poiché all’uomo era vietato avvicinarsi alla madre di Desirée per un altro procedimento penale, dopo qualche giorno gli sono stati notificati gli arresti domiciliari.
Omicidio Desirée, il momento dell’arresto dei primi due sospettati
Un uomo ha rilasciato la sua deposizione alle forze dell’ordine e ha poi parlato alla trasmissione Rai Storie italiane, dichiarando di esser stato presente nell’edificio subito dopo la morte della 16enne.
“Io sono del Senegal. Io c’ero quella sera, dopo che è morta c’ero – ha spiegato il testimone che ha scelto di restare anonimo – Sono arrivato lì tra mezzanotte o mezzanotte e mezza sono entrato e c’era una ragazza che urlava”.
“Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta”.
Quella notte, in quell’edificio in cui “c’erano africani e arabi: un po’ di gente sette persone o sei”, ci sarebbe stata anche un’altra ragazza che, stando alla testimonianza del senegalese, “era italiana: penso pure fosse romana, parlava romano”.
Questa seconda ragazza, secondo il testimone, “urlava che l’hanno violentata, poi lei ha anche preso qualche droga perché lì si vende la droga. È stata drogata perché aveva sedici anni. Da quello che diceva lei sono stati tre sicuramente o quattro”. Secondo una prima ipotesi, la ragazza potrebbe essere la cugina di Desirée.
Due uomini senegalesi e un nigeriano sono stati fermati per la morte di Desirée il 25 ottobre. Il 26 ottobre 2018 è stato arrestato dalle forze di polizia il quarto presunto responsabile dell’omicidio.
I due senegalesi sono Mamadou Gara, 26 anni, Brian Minteh, 43, mentre il nigeriano è un uomo di 40 anni, Alinno Chima. Il quarto uomo è un cittadino del Gambia.
I quattro sono indagati, in concorso con altre persone in via di identificazione, di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario.
Desirée Mariottini: il racconto della madre
“Non faceva uso di droghe”. Queste le parole della madre di Desirée Mariottini, che ha commentato quanto accaduto alla figlia, stuprata e uccisa nel quartiere di Roma San Lorenzo, in cui sembra si fosse recata per acquistare della droga.
La madre ha anche affermato che Desirée negli ultimi tempi era cambiata e il suo comportamento iniziava a preoccupare la famiglia, in particolare dopo che due ragazze di Latina avevano detto di aver comprato da lei della droga.
“Un paio di settimane fa due ragazze sono state fermate a Latina dai carabinieri perché trovate in possesso di due pasticche di Rivotril, uno psicofarmaco”, ha raccontato la madre tramite il suo avvocato.
“I militari hanno chiesto loro da chi le avessero preso e loro hanno fatto il nome di Desirée. Era lì anche lei, alle autolinee di Latina, è stata perquisita, non aveva nulla, né addosso, né nello zaino, né pasticche, né soldi”.
Tornando a parlare della notte in cui la figlia è stata uccisa, la donna ha ammesso che non sapeva che Desirée fosse a Roma.
“Speriamo che abbiamo acquisito i video delle telecamere delle stazioni di Cisterna e Termini, almeno possiamo capire con chi era. Desy frequentava Cisterna, Latina, a volte Sezze”, ha spiegato la madre.
“Quella mattina doveva essere a Latina, per iscriversi al liceo Artistico”.
Poi il racconto del riconoscimento del corpo, ritrovato nel quartiere San Lorenzo di Roma.
“Abbiamo visto solo il volto, pulito, sereno, sembrava stesse dormendo. Non aveva tumefazioni e, a quanto pare, nemmeno segni di violenza esterni sul corpo. Era vestita, aveva la borsa ma non il tablet e nemmeno il cellulare”.
Da giorni la madre e i nonni di Desirée sono chiusi in casa, in attesa di avere maggiori informazioni su quanto accaduto alla ragazza di 16 anni e comunicano con la stampa attraverso il loro avvocato.
“Non sappiamo niente neppure se ci sia stata violenza”, ha detto il legale.
“Ci dicono che Desirée è stata trovata vestita, non mancava nessun indumento, era rannicchiata su un materassino come se stesse dormendo. Mancavano solo tablet e cellulare. Aspettiamo che venga depositato il referto del medico legale, siamo convinti che la Procura stia lavorando egregiamente e che ci saranno a breve delle novità”.
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