Dopo quattordici lunghi anni potrebbe esserci una svolta nelle indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone.
Denise, che il prossimo 26 ottobre compirà 18 anni, è stata ricordata giovedì 20 settembre nel corso della trasmissione di Canale 5, Pomeriggio 5.
Da Mazara del Vallo – il paese in provincia di Trapani da cui il primo settembre del 2004 si persero le tracce della bambina – l’inviata di Barbara D’Urso ha rivelato che ci potrebbe essere una svolta legata al Dna.
“Le indagini dei Ris di Messina si starebbero concentrando sulle impronte digitali prelevate nei luoghi che Denise frequentava”, ha detto l’inviata.
“E da alcune minuscole impronte di polpastrelli, con le tecnologie attuali, sarebbe possibile estrarre il Dna. Questo sarebbe un dato importante perché permetterebbe di capire gli ultimi spostamenti della bimba”, ha continuato ancora la giornalista.
Da Mazara del Vallo, l’inviata ha annunciato anche un’altra novità: i genitori della piccola scomparsa quattordici anni fa, Piera Maggio e Piero Pulizzi, avrebbero deciso di sposarsi.
Negli anni abbiamo imparato a conoscere la forza e la tenacia della donna, che si è battuta e continua a battersi per poter riabbracciare la sua bambina, scomparsa nel nulla.
“Sono trascorsi quattordici anni dal sequestro della nostra bambina, nulla è cambiato, la mancanza di verità e giustizia permane nel tempo. Chi sono i colpevoli del rapimento di Denise? Su questo non abbiamo dubbi, senza dover aggiungere altro. Noi genitori, meritiamo e pretendiamo delle risposte certe e concrete dalla giustizia italiana, i bambini non spariscono nel nulla!”.
Piera Maggio e Pietro Pulizzi hanno scritto queste parole sul blog personale, ricordando con grande dolore questi quattordici anni appena trascorsi dal rapimento della loro figlia Denise Pipitone a Mazara del Vallo, quando non aveva neanche quattro anni.
“Rimaniamo in attesa, impantanati dentro delle verità nascoste, dietro l’omertà e la codardia di alcuni –si legge ancora nel messaggio – a tutti coloro che sono stati coinvolti nel nostro caso, in ogni senso, poniamo una domanda: se fosse stata vostra figlia a ricevere tanto male, vi sareste rassegnati davanti a tanta immane crudeltà e ingiustizia?”.
Ma la speranza è ancora viva nei cuori dei due genitori coraggio, che oggi continuano a lottare per la loro piccola.
Leggi l'articolo originale su TPI.it