Denise Pipitone: tutta la storia della bambina scomparsa
“Sono trascorsi anni dal sequestro della nostra bambina, nulla è cambiato, la mancanza di verità e giustizia permane nel tempo. Chi sono i colpevoli del rapimento di Denise? Su questo non abbiamo dubbi, senza dover aggiungere altro. Noi genitori, meritiamo e pretendiamo delle risposte certe e concrete dalla giustizia italiana, i bambini non spariscono nel nulla!”.
Piera Maggio e Pietro Pulizzi hanno scritto queste parole sul blog personale, ricordando con sommo dolore questi quattordici anni appena trascorsi dal rapimento della loro figlia Denise Pipitone a Mazara del Vallo (Trapani), quando non aveva neanche quattro anni.
“Rimaniamo in attesa, impantanati dentro delle verità nascoste, dietro l’omertà e la codardia di alcuni” –continua il messaggio- “a tutti coloro che sono stati coinvolti nel nostro caso, in ogni senso, poniamo una domanda: se fosse stata vostra figlia a ricevere tanto male, vi sareste rassegnati davanti a tanta immane crudeltà e ingiustizia?”.
Un messaggio di intimo dolore per un’incolmabile assenza, alimentata quotidianamente dalla speranza di poterla riabbracciare da un momento all’altro.
“Non avremo mai pace finché non ci sarà giustizia e verità, tanto meno l’ avranno i responsabili” – aggiungono i genitori della piccola Denise Pipitone – “ai mostri che vigliaccamente si sono macchiati di tale gesto, auguriamo che tutto il male procurato, come boomerang gli torni contro. I bambini non si toccano! Noi non molleremo e continueremo sempre a cercare Denise, FIGLIA NOSTRA E DELL’ ITALIA INTERA!”.
Denise Pipitone | I processi
Tanti i processi che si sono susseguiti in questi anni, le accuse, le richieste di condanna e le assoluzioni.
Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise Pipitone, è stata accusata del sequestro della piccola a seguito di una frase catturata nel corso di un’intercettazione ambientale in cui diceva: “Io a casa c’à purtai” (io a casa gliela portai).
Dopo un lungo e tortuoso processo di primo grado, con 44 udienze e una richiesta di condanna a 15 anni avanzata dai PM poiché vi erano “una serie di indizi chiari, univoci e convergenti inducono a ritenere che Jessica sia stata l’autrice del sequestro. È colpevole senza alcun dubbio. Anche se non può aver agito da sola”.
In data 27 giugno 2014, il Tribunale di Marsala la assolve dall’accusa di concorso nel sequestro della piccola Denise Pipitone, per mancanza di prove e per non aver commesso il fatto.
La Corte d’Appello di Palermo, in data 12 ottobre 2015, conferma l’assoluzione. Erano stati chiesti 15 anni di reclusione.
Il 19 aprile 2017 viene definitivamente assolta dall’accusa di aver rapito la sorellastra.
Denise Pipitone | Il rapimento
Dov’è Denise Pipitone? Chi l’ha rapita e perché?
Il 1 settembre 2004, alle ore 8.30, Piera Maggio si prepara per uscire di casa per recarsi al corso d’informatica che frequentava dal marzo dello stesso anno. Quella mattina, affida i suoi due bambini alla madre ed esce di casa.
Erano circa le 12.30, quando la chiamano per comunicarle che la piccola Denise era scomparsa e la stavano cercando.
Piera Maggio si precipita immediatamente a casa, in stato di agitazione e angoscia, consapevole del fatto che alla sua piccola le fosse successo qualcosa di grave.
Carabinieri, Polizia e tanti curiosi si accalcano lungo la strada: questa è la scena che si palesa davanti gli occhi di una mamma che in quel momento acquisisce piena consapevolezza della grave situazione che sta accadendo.
Gli inquirenti effettuano le prime ricerche negli appartamenti della famiglia: garage, stanze, armadi e nelle strade limitrofe ma l’esito è negativo.
Piera conosce bene la sua bambina e ripeteva continuamente agli inquirenti che non si sarebbe mai allontanata da sola perché era troppo piccola e non era autonoma.
Denise Pipitone abita in Via Domenico La Bruna, in periferia, nelle vicinanze del cimitero.
Il mercoledì mattina, a 500 metri in linea d’aria da casa, si svolgeva il mercato rionale.
Denise Pipitone non veniva lasciata mai da sola, nello stesso edificio abitavano anche tre cugini con cui giocava sempre.
Non amava camminare molto, era pigra e aveva tanta paura delle macchine e anche dei venditori ambulanti che a gran voce vendevano la merce al mercato rionale.
L’ultima traccia certa di Denise Pipitone risale alle ore 11.35, quando si trovava dentro casa e stava giocando nel garage-cucina sotto la supervisione della nonna che preparava il pranzo.
Quella mattina, Denise si è accorta della presenza del cuginetto e gli è corsa dietro ma quest’ultimo non si è accorto di essere seguito dalla bimba ed è entrato nella sua abitazione in Via Castagnola.
Dov’è Denise Pipitone oggi?
L’ultima persona ad aver visto Denise è stata la zia, che prima vede il viso della piccola attraverso la porta a specchio, poi invece la vede allontanarsi verso casa della nonna, dal lato di Via Domenico La Bruna, dove si perdono definitivamente le tracce.
Un sequestro lampo, un dramma che si consuma nell’arco di pochi minuti ma che dura ormai da quattordici anni.
Nessuno dice di aver visto e sentito nulla di strano in quelle ore. Numerose le segnalazioni che sopraggiungono dopo la scomparsa: il 18 ottobre 2004, una guardia giurata ha notato davanti una banca di Milano, presso cui prestava servizio, una gruppo di nomadi con una bambina che somigliava a Denise.
La piccola aveva il capo coperto da un cappuccio, malgrado ci fosse caldo in quella giornata.
L’uomo ha prontamente avvertito la Polizia, ma il gruppo di nomadi si è allontanato prima che arrivassero le volanti.
La guardia giurata ha registrato un video con il cellulare, in cui si sente la madre chiamare la piccola “Danàs” e lei rispondere in italiano: “Dove mi porti?”.
Gli esami svolti dai RIS dei Carabinieri hanno stabilito che la probabilità che quella bambina potesse essere Denise era alta.
Una delle ipotesi avvalorate in questi anni è l’affidamento di Denise ai rom in una seconda fase del sequestro.
Dov’è Denise? Chi l’ha sequestrata?
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