Ecco la delibera contro il decreto Salvini per iscrivere all’anagrafe i richiedenti asilo. A metterla nero su bianco è stata l’associazione Alterego – Fabbrica dei diritti. Destinatari: tutti quei Comuni, e quei sindaci, che hanno intenzione di schierarsi “in difesa della Costituzione e dell’articolo 26 della Convenzione di Ginevra”.
Il 2019 è infatti iniziato con numerosi sindaci che hanno manifestato la loro volontà di disobbedire al decreto legge “immigrazione e sicurezza” di Salvini.
Tra tutti, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che con una nota inviata al Capo Area dei Servizi al Cittadino ha conferito mandato per indagare i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione della legge n.132/2018 e ha impartito di sospendere qualsiasi procedura “che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alla procedura di iscrizione della residenza anagrafica”.
Di fatto quello del primo cittadino di Palermo è il primo, vero atto che tenta di opporsi alle previsioni contenute dal cosiddetto “Decreto Salvini” dopo la sua conversione in legge. Precedentemente, infatti, alcuni Comuni avevano dichiarato di sospendere gli effetti del decreto ma solo fino alla sua approvazione definitiva.
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“Per questo” spiegano dall’associazione Alterego, “abbiamo pensato di elaborare un primo modello di delibera che smonti un pezzetto della legge n.113/2018” proprio nella parte in cui, prevedendo l’impossibilità per il richiedente, titolare di un permesso di soggiorno per richiesta asilo, di iscriversi all’anagrafe, “si pone in piena violazione dell’articolo 26 della Convenzione di Ginevra e comporta una grave limitazione al godimento di quei diritti che la nostra Carta Costituzionale individua come diritti fondamentali”.
Quello che potete leggere qui è un modello di delibera “che mettiamo nelle mani dei Comuni solidali che realmente vogliono contrastare gli effetti di questo decreto. Un modello di delibera che mettiamo nelle mani degli attivisti e degli abitanti delle nostre città, piccole o grandi che siano, per fare pressione sui loro governanti e sfidarli ad istituire l’albo per l’iscrizione dei richiedenti asilo”.
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L’iscrizione all’anagrafe, infatti, rimane lo strumento tramite il quale si consente ai poteri pubblici di pianificare i servizi da erogare alla popolazione; inoltre “essa è da sempre presupposto per l’accesso ad altri diritti sociali e civili, come l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale; l’accesso all’assistenza sociale e concessione di eventuali sussidi previsti dagli enti locali”.
Nel modello di delibera si richiama la competenza comunale in materia di istituzione di un albo anagrafico (art. 14 del d. lgs. 18 agosto 2000, n. 267), i casi in cui i Comuni hanno già esercitato tale potere istitutivo (si vedano i registri per le unioni civili); la Convezione di Ginevra; gli articoli della nostra Costituzione che tutelano l’iscrizione anagrafica e la consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto un diritto alla residenza qualificato come “diritto soggettivo”.
“Il tutto” spiegano da Alterego “per dire una sola cosa alle istituzioni locali: se volete, avete tutto il potere di istituire quest’albo e garantire ai richiedenti asilo l’iscrizione anagrafica. Avete dalla vostra, la forza della ragione e la forza del Diritto”.
Il messaggio agli amministratori è chiaro: “Decidano da che parte stare: se dalla parte della cieca obbedienza a delle leggi disumane, che condannano migliaia di persone alla marginalità rendendole carne da cannone per le Mafie, oppure dalla parte della sicurezza dei diritti”.