Quasi due milioni di persone sono emigrate dal Sud al Nord. E le famiglie del Nord hanno un livello di reddito per abitante di 21.900 mila euro a fronte dei 13.700 euro di quelle Sud.
A tracciare il profilo della “nuova questione meridionale” sono i conti territoriali dell’Istat.
Nel 2017 il volume della “mobilità interna totale” è di 1 milione 335 mila trasferimenti, sostanzialmente stabile rispetto al 2016 (+0,2%).
E la direttrice è sempre la stessa: si scappa dal Sud in direzione Centro e, soprattutto, Nord.
Il risultato è che negli ultimi venti anni la perdita netta di popolazione nel Mezzogiorno, dovuta ai movimenti interni, è stata pari a 1 milione 184 mila unità.
Nel 2017 le regioni più attrattive sono ancora una volta Emilia-Romagna (+2,9 per mille residenti), Trentino Alto-Adige (+2,7 per mille), Lombardia e Friuli-Venezia Giulia (entrambe +1,8 per mille); le meno attrattive sono Calabria (-4,2 per mille), Basilicata (-4,0 per mille), e Molise (-3,5 per mille).
Quella che avviene in Italia, dal Sud al Nord, è prettamente una migrazione “generazionale”: quasi la metà dei trasferimenti (49,5%) riguarda infatti persone in età compresa tra i 15 e i 39 anni.
Dati Istat | La distribuzione della ricchezza
Il motivo di questa “fuga” è da ricercare nelle condizioni economiche in cui versano le famiglie del Sud rispetto a quelle del Centro e soprattutto del Nord.
Le famiglie residenti nel Nord-ovest dispongono del livello di reddito per abitante più elevato, 21.900 euro, seguite da quelle residenti nel Nord-est, 21.400 euro.
Nel Centro il livello è pari a 19.500 euro e nel Mezzogiorno a 13.700 euro, con un differenziale negativo del 26,1 per cento rispetto alla media nazionale.
Dati Istat | Le regioni più ricche e quelle più povere
Stabilmente in testa alla graduatoria del reddito disponibile per abitante si conferma la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen, con 25.000 euro, seguita da Emilia Romagna e Lombardia (22.500 e 22.400 euro).
Pur se la crescita del reddito pro-capite rispetto all’anno precedente risulta in Calabria relativamente dinamica (+2,7 per cento contro una media nazionale dell’1,8 per cento), la regione resta in fondo alla graduatoria (12.700 euro), preceduta da Campania e Sicilia (poco più di 13.000 euro).
Dati Istat | I numeri degli immigrati
Nel 2017 le iscrizioni anagrafiche dall’estero ammontano a oltre 343 mila, in netto aumento rispetto all’anno precedente (+14 per cento).
I flussi più consistenti, sebbene in calo, sono quelli dei cittadini rumeni (43.00 nel 2017, -3,9 per cento rispetto al 2016), seguiti da nigeriani (23.000, +58,4 per cento) e marocchini (16.000, +7,1 per cento).
In calo anche le iscrizioni di cittadini cinesi (11.000, -9 per cento rispetto al 2016) e indiani (8.00, -22,6 per cento).
Le immigrazioni di cittadini rumeni sono prevalenti in quasi tutte le regioni tranne che in Campania (maggioranza di immigrazione bengalese), in Friuli-Venezia Giulia (prevalenza di immigrazione pakistana), in Sardegna e Molise (maggioranza di immigrazione nigeriana).