Botta e risposta sui conti della comunicazione di Palazzo Chigi tra lo staff attuale e quello firmato Pd. Filippo Sensi, ex numero uno delle relazioni esterne proprio di Palazzo Chigi prima con Matteo Renzi e poi con Paolo Gentiloni, risponde alle accuse mosse dallo staff guidato da Rocco Casalino su presunti sprechi ai tempi dei governi Pd.
Gli spreconi, secondo Sensi, sarebbero piuttosto i grillini. Su Repubblica, l’attuale parlamentare del Pd, scrive una lettera in cui ribatte a Casalino&Co. Una fonte anonima del Movimento 5 Stelle aveva detto che lo staff della comunicazione gialloverde spendeva di gran lunga meno di quello del governo precedente.
E Filippo Sensi, invece, non ci sta e risponde all’accusa con fermezza: l’attuale staff della comunicazione spende di più.
“Mi corre l’obbligo di smentire i sedicenti risparmi di oggi”, esordisce l’attuale parlamentare del Partito Democratico su Repubblica. E per smentire la voce gialloverde non serve molto, secondo Sensi: “Basta raffrontare il personale e gli incarichi dell’ufficio stampa del governo dal 2014 al 2018 rispetto a oggi e salta all’occhio che con il nuovo esecutivo sono stati moltiplicati i dirigenti e aumentati i costi del personale esterno alla dirigenza”.
Nel corso della sua gestione, continua Sensi, il personale esterno era composto da dieci unità. Oggi, invece, lo staff sarebbe composto da oltre quindici persone, alcune delle quali anche con il ruolo di funzionario.
Ma non solo. Anche i dirigenti di prima fascia, secondo il parlamentare Pd, sarebbero aumentati: tra il 2014 e il 2018 ce n’era uno solo, mentre oggi invece siamo già a quattro: “Parliamo di cifre tra i 100mila e i 200mila euro”, spiega Sensi.
Oltre agli sprechi, Sensi nella sua lettera fa riferimento anche alla (inesistente) trasparenza dello staff guidato da Rocco Casalino. “Chiunque potrebbe fare direttamente queste verifiche, ma purtroppo, a due mesi dall’insediamento, non c’è alcuna informazione, neanche la più basica, sul sito di Palazzo Chigi, in barba alla normativa sulla trasparenza della pubblica amministrazione”.
Ma rumors sulla gestione dello staff erano già affiorate nei giorni scorsi, quando per far spazio al team di circa trenta persone, erano stati messi in piedi degli equilibrismi non indifferenti.
Tanto per cominciare, dei dieci dipendenti storici della comunicazione del presidente del Consiglio (“tramandati” i legislatura in legislatura, al di là della bandiera politica) otto sono stati spostati in altri uffici. I precari tutti a casa.
Dal Movimento 5 Stelle fanno sapere che tutto ciò è stato architettato per lasciare posto a un team di giovani competenti, non legati politicamente ai 5 Stelle. 200mila euro in meno rispetto allo staff di Filippo Sensi, dicono.
Numeri smentiti da Sensi. Ma non solo: su Repubblica, Annalisa Cuzzocrea sottolinea come a quelle cifre andrebbero aggiunti anche gli otto stipendi dei dipendenti spostati in altri uffici. Insomma, di risparmi non se ne vedono molti. Anche perché non c’è modo per scoprirlo, finché la trasparenza sarà così fumosa.
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