Siria: il primo ottobre la Russia ha proseguito con i raid aerei iniziati il giorno prima nel territorio per colpire l’Isis. Secondo quanto dichiarato dal ministero della Difesa russo, nella notte tra mercoledì e giovedì, i jet avrebbero colpito quattro obiettivi dello Stato islamico nella zona di Homs, nella parte occidentale della Siria. Il senatore americano John McCain ha dichiarato davanti ai microfoni della Cnn che i raid russi avrebbero abbattuto, invece, combattenti di un gruppo addestrato ed equipaggiato dall’intelligence statunitense, il Free Syrian Army. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, a New York per incontrare il segretario di Stato americano John Carry, ha negato che gli attacchi siano stati diretti a obiettivi diversi dall’Isis. Intanto fonti libanesi riportano la notizia secondo cui il governo siriano si starebbe preparando, con il sostegno della Russia, a lanciare un’offensiva contro l’esercito dei ribelli, con cui sta combattendo una guerra civile da oltre quattro anni.
– Yemen: il primo di ottobre, le forze filo-governative yemenite appoggiate dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno sottratto lo stretto di Bab al-Mandab, sul mar Rosso, al dominio dei ribelli sciiti houthi, in lotta da anni contro il governo dello Yemen. La zona è considerata di importanza strategica perché viene utilizzata dai ribelli per il passaggio delle provviste nel nord del Paese.
– Pakistan: almeno 25 sospetti terroristi sono stati uccisi e molti altri feriti in un raid aereo condotto dall’esercito pakistano la mattina del primo ottobre nella regione del Waziristan, nel nordovest del Pakistan, vicino al confine afghano. Secondo un ufficiale della sicurezza, almeno cinque rifugi terroristici sarebbero stati distrutti nell’attacco. Visto il divieto di accesso per i giornalisti nella zona nord del Waziristan, è molto complicato verificare la veridicità delle affermazioni dell’esercito e le identità dei morti. L’attacco avviene all’interno della fase finale dell’operazione militare Zarb-i-Azb, volta a sradicare la minaccia estremista nel Paese, in particolare lungo il confine con l’Afghanistan.
– Burundi: il ministro degli Esteri burundese Alain Nyamitwe ha accusato il governo del Ruanda di addestrare forze ribelli con l’intento di destabilizzare il Paese. Secondo Nyamitwe, inoltre, il governo starebbe dando rifugio a Godefroid Niyombare, il generale che il 13 maggio di quest’anno ha cercato di rovesciare il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza con un colpo di stato. Il Ruanda ha respinto ogni accusa affermando che il Burundi ha come unico obiettivo quello di distogliere l’attenzione dai reali problemi del Paese.
– India: le autorità locali riferiscono che un bambino di cinque anni sarebbe stato vittima di un sacrificio umano avvenuto nel villaggio di Pokuru, nello stato dell’Andhra Pradesh, sulla costa sudorientale del Paese. Il principale sospettato, Tirumala Rao, un uomo sulla trentina, avrebbe rapito il bambino e, dopo averlo decapitato, avrebbe sparso il suo sangue attorno alla propria abitazione. Dopo la diffusione della notizia, una folla di locali inferocita avrebbe catturato Rao nella periferia del villaggio, lo avrebbe picchiato e gli avrebbe dato fuoco. Al momento l’uomo è ricoverato in ospedale.
– Stati Uniti: lo stato americano dell’Oregon il primo di ottobre si è unito a Colorado e Washington nella scelta di legalizzare la marijuana a scopo ricreativo. L’acquisto sarà consentito ai maggiori di 21 anni, che potranno comprare fino a sette grammi di erba. I sostenitori della scelta del governo dicono che questa decisione aiuterà a limitare il mercato nero, ma gli oppositori sottolineano che in questo modo anche i minori di 21 anni avranno più possibilità di accedere alla sostanza.
Segui TPI su Twitter (@tpi)
Iscriviti alla newsletter: http://goo.gl/4kGLgg