Stamattina, 3 maggio 2016, alle 7 un centinaio di profughi siriani sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino, grazie ai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese, in collaborazione con i ministeri dell’Interno e degli Esteri.
Le famiglie di siriani hanno attraversato il Mediterraneo in totale sicurezza, senza essere costretti ad avventurarsi lungo le pericolose rotte dei migranti. Tra loro anche una famiglia irachena. I profughi arrivano da Homs, Aleppo, Hama e Hassaka. Si tratta del secondo gruppo di migranti arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari.
Il progetto ha come principali obiettivi- si legge sul protocollo di intesa delle associazioni che lo hanno sottoscritto – evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti, impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre, concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” (ad esempio, oltre a vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.
I corridoi umanitari prevedono l’arrivo in Italia, nell’arco di due anni, di mille profughi dal Libano (per lo più siriani fuggiti dalla guerra), dal Marocco (dove approda gran parte di chi proviene dai Paesi subsahariani interessati da guerre civili e violenza diffusa) e dall’Etiopia (eritrei, somali e sudanesi).