Il premier Giuseppe Conte ha spiegato perché la discussione sul tanto atteso reddito di cittadinanza è stata rimandata alla prossima settimana.
“Le ragioni del differimento al prossimo Consiglio dei ministri della prossima settimana è che tendiamo a fare le cose per bene. È una riforma complessa che studiamo da mesi. Non è una misura che vogliamo concedere perché frutto di estemporanea promessa elettorale ma un manifesto politico, un meccanismo per valorizzare capitale umano oggi disperso in Italia”.
“Sul reddito di cittadinanza ci sono perplessità ma forse è la più significativa, decisa e coraggiosa riforma politica attiva del lavoro varata negli ultimi anni”, ha affermato il premier.
“È un meccanismo per valorizzare il capitale umano disperso in Italia. Ne beneficerà la stabilità sociale e la produttività e l’occupazione, stiamo costruendo un sistema integrato che vedrà coinvolti vari attori, non ci sarà un’unica fiche”.
Nel suo discorso, il premier Conte ha anche sottolineato come “un altro passaggio del processo riformatore è quota 100: la stiamo impostando non solo come riforma Fornero ma per assicurare il ricambio generazionale. Vi anticipo solo che una importante azienda di Stato, Eni, mi ha anticipato, ma non è la sola, che nel 2019 per un lavoratore che andrà in pensione con questa riforma ne verranno occupati 2-3″.
Ultimo riferimento agli investimenti: “Gli incentivi non basteranno da soli per aiutare l’occupazione e la crescita: servono altre leve. Una vera autostrada per la crescita deve avere investimenti, innovazione e semplificazione: la mediazione con Bruxelles non ha indebolito il piano investimenti. Abbiamo ottenuto flessibilità di bilancio per 3,4 miliardi. C’è un piano di 10 miliardi per il territorio e per riammodernare infrastrutture”.
Sull’avvio del reddito di cittadinanza pesano in realtà i dubbi sul voto a favore della Lega, dopo che il vicepremier Matteo Salvini aveva avvertito che Sentirò il suo partito non avrebbe dato il suo ok “senza la parte sulle pensioni d’invalidità”
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