Nella mattinata di domenica 23 dicembre, il premier Giuseppe Conte è atterrato a Tripoli per incontrare il presidente del governo di conciliazione nazionale Al Serraj.
Secondo quanto emerso da fonti di Palazzo Chigi, nel corso del colloquio è stato fatto un punto sulla situazione della Libia a poco più di un mese dalla Conferenza di Palermo del 12 e 13 novembre.
Conte ha espresso l’augurio che “il 2019 possa essere l’anno della svolta”.
“Non vogliamo decidere le sorti del popolo libico – ha detto il premier – ma come Paese abbiamo a cuore le sue sorti ed è questa la ragione per cui ci siamo incontrati a novembre a Palermo e per cui oggi sono qui: c’è una premura dell’Italia di offrire un contributo affinché possiate trovare un percorso di pace e di stabilità”.
Conte ha poi incontrato il presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled Al Meshri.
Nel pomeriggio il premier si recherà a Bengasi per un incontro con l’uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar, e con il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk Aguila Saleh.
Sabato 22 dicembre, il presidente del Consiglio ha avuto un colloquio telefonico con l’inviato speciale Onu in Libia Ghassan Salamé, ribadendo l’impegno dell’Italia per la stabilizzazione del paese.
L’obiettivo di questo viaggio lampo di Conte è quello di ribadire l’importante ruolo diplomatico italiano nella risoluzione del conflitto ancora in corso nel paese africano, un ruolo che il nostro paese ha già provato a far valere con l’organizzazione della Conferenza di Palermo.
Nei giorni scorsi, il premier aveva tentato di organizzare un trilaterale con Al Serraj e Haftar. Un tentativo andato però a vuoto, e che ha convinto Conte della necessità di recarsi personalmente in Libia.
Il presidente del Consiglio, nel corso dell’incontro con Haftar, potrebbe annunciare anche la riapertura del consolato italiano a Bengasi, chiuso dal 2013 in seguito all’attentato contro il console Guido De Sanctis.
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