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Conte dalla parte delle donne: “Nessuna reazione emotiva giustifica la gravità di un femminicidio”

Il premier commenta la due sentenze dibattute in questi giorni: dalla “pena dimezzata per tempesta emotiva” all'attenuante "per delusione"

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 14 Mar. 2019 alle 16:09 Aggiornato il 14 Mar. 2019 alle 16:31

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto sulle ultime sentenze molto dibattute degli ultimi giorni su casi di femminicidio. In particolare il premier si è espresso sulle attenuanti concesse dai giudici che hanno dimezzato le pene degli uomini imputati.

Conte si riferisce al caso della “pena dimezzata per tempesta emotiva” e a quello dell’attenuante “per delusione“. Stiamo parlando nel primo caso dell’omicidio di Olga Mattei, strangolata a mani nude dal suo compagno nel 2016 a Riccione, e del caso di Jenny Reyes uccisa a coltellate al petto dal marito perché non aveva mantenuto la promessa di lasciare l’amante.

(Qui il commento di Giulio Cavalli su TPIL’hanno chiamata “tempesta emotiva”, è solo l’ennesima nefandezza dell’Italia patriarcale)

“Le sentenze dei giudici si possono discutere. Anzi, in tutte le democrazie avanzate il dibattito pubblico si nutre anche di questa discussione. L’importante è il rispetto dei ruoli e, in particolare, la tutela dell’autonomia della magistratura”, dice Conte in un post su Facebook.

“Negli ultimi giorni sui giornali abbiamo letto di sentenze per episodi di femminicidio nelle quali si è tirata in ballo una presunta reazione “emotiva” e la relativa intensità, ai fini di un’attenuazione della pena.
 Si è fatto riferimento ad una “tempesta emotiva”, ad un sentimento “molto intenso, non pretestuoso, né umanamente del tutto incomprensibile””.

“In realtà per cogliere appieno e criticare il significato di una sentenza occorrerebbe una specifica competenza tecnica. Ma vi è un aspetto di più ampia portata culturale, che riguarda il dibattito pubblico, e su cui la politica può e anzi deve legittimamente intervenire”, continua il premier.

“Ed è in questa ultima prospettiva che dobbiamo chiarire, con forza, che NESSUNA REAZIONE EMOTIVA, NESSUN SENTIMENTO, PUR INTENSO, può giustificare o attenuare la gravità di un femminicidio”.

“La crescita e lo sviluppo della nostra società deve muovere dal rispetto e dalla valorizzazione del “patrimonio femminile”: le donne, tutte le donne, sono una grande ricchezza, una preziosa risorsa che ci consentirà di costruire una società migliore. Dobbiamo maturare questa convinzione giorno per giorno, dobbiamo lavorare costantemente a questa rivoluzione culturale”, conclude.

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