Nella serata del 15 ottobre si è tenuto il Consiglio dei ministri per l’approvazione del Decreto fiscale e la legge di Bilancio. (qui il glossario sulla finanza italiana)
Alla fine dell’incontro, il premier Conte in una conferenza stampa ha annunciato l’approvazione di entrambi i testi e il loro invio a Bruxelles entro la mezzanotte del 15 ottobre.
“Siamo riusciti a tenere i conti in ordine mantenendo le promesse annunciate in campagna elettorale e messi nero su bianco sul contratto di governo che rappresenta e rappresenterà sempre il nostro fondamento”, ha detto il premier.
Durante l’incontro, il Cdm ha prima di tutto approvato il decreto “taglia scartoffie”, un secondo decreto scorporato dalla legge fiscale che riguarda: norme per garantire una Rc auto “più equa”; una norma sui commissariamenti della sanità, lo stop ai pignoramenti della casa per chi ha crediti verso la P.A. e una norma “contro i medici furbetti che aumentano lista di attesa per l’intramoenia”.
Nel corso della giornata si erano rincorse diverse voci secondo cui il Cdm sarebbe stato rimandato alla mattina del 16 ottobre a causa dell’incapacità di Lega e Movimento 5 Stelle di raggiungere un accordo sul condono fiscale, noto anche come “pace fiscale” (il dispositivo di legge che sana i comportamenti illeciti o irregolari dei contribuenti e gli errori nelle dichiarazioni dei redditi).
L’impasse è stata però superata nel pomeriggio del 15 ottobre, a seguito del vertice tenutosi a Palazzo Chigi tra il premier Conte, il ministro dell’Interno Salvini e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio.
Secondo alcune indiscrezioni, i partiti di governo hanno raggiunto un’intesa sulla pace fiscale, permettendo così l’avvio della discussione del testo del Decreto fiscale e la legge di bilancio, che dovranno essere trasmetti all’Unione europea entro la mezzanotte del 15 ottobre.
Secondo fonti della Lega, nella finanziaria ci saranno Flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della riforma Fornero.
La tensione tra Lega e M5S aveva raggiunto il suo apice nella mattinata, quando il ministro Luigi Di Maio aveva disertato il primo vertice a Palazzo Chigi in segno di protesta contro il suo alleato Salvini.
“Aiutare i cittadini che sono in difficoltà nelle grinfie di Equitalia è nel contratto. La pace fiscale intesa come misura che strizza l’occhio ai grandi evasori e ai capitali occulti non è nel contratto”, avevano affermato voci vicine al vicepremier Luigi Di Maio.
“Sulla pace fiscale andremo fino in fondo”, era stato invece il commento del ministro Salvini, che ha preso parte all’assemblea nazionale di Confimi Industria . “Sui furbetti nessuna transigenza, però ci sono milioni di italiani che convivono con le cartelle di Equitalia che li stanno portando alla disperazione e al suicidio. Uno Stato normale con questa gente ragiona, non continua a condannarla”.
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