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“Coppie omosessuali e donne single con figli? Non sono famiglie. A Verona per difendere quella naturale”

Mario Sberna, fondatore e Presidente dell’Associazione nazionale Famiglie numerose, ha spiegato a TPI quale sarà la sua partecipazione al Congresso delle Famiglie previsto a Verona

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 19 Mar. 2019 alle 12:54 Aggiornato il 19 Mar. 2019 alle 12:54

Da venerdì 29 a domenica 31 marzo 2019 a Verona si terrà il Congresso delle Famiglie, l’evento fortemente voluto dal ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana.

La kermesse radunerà politici, attivisti e personaggi che a vario titolo si oppongono con forza a qualsiasi apertura alle coppie omosessuali e a diritti come quello di abortire. Tra i tanti relatori anche Mario Sberna, fondatore e Presidente dell’Associazione nazionale Famiglie numerose.

Mario Sberna ha spiegato a TPI quale sarà la sua partecipazione e con lui abbiamo affrontato alcuni temi del Congresso.

Associazione famiglie numerose: di cosa si occupa?

L’associazione fa quello per che cui è nata: difendere, sostenere, incontrare le famiglia numerose che in questo Paese sono pochissime.

La realtà ci dice che c’è stato un crollo verticale del desiderio di metter su una famiglia numerosa.

Famiglia numerosa: cosa si intende?

Quindici anni fa si intendeva una famiglia formata da sei persone (madre, padre e 4 figli), oggi contiamo anche quelle con tre figli. Sono considerate numerose sia a livello di normativa europea che italiana.

Con un figlio si va verso l’inverno demografico che stiamo vivendo, con tre figli si può sperare di avere ancora un Paese.

Parliamo di famiglie con figli adottati o no?

Certo, io stesso ne ho più di cinque. I figli sono sempre figli, anche adottati.

Quale sarà la sua partecipazione in questo congresso che è stato molto criticato?

Questo congresso mondiale lo seguo da molti anni. Parteciperò come relatore a un workshop sulla crescita e decremento demografico. L’importante è che se parli della famiglia.

C’è una disattenzione delle istituzioni pubbliche nei confronti della famiglia in Italia. Le polemiche lasciano il tempo che trovano. Il vicepremier Di Maio può dire quello che vuole, possono dire le sciocchezze che vogliono.

Perché secondo lei Di Maio dice sciocchezze?

È una sciocchezza dire che stiamo parlando di “visione medioevale”, semmai è neolitica la visione perché è dal Neolitico che una famiglia è composta da un uomo e una donna. Mi dispiace per Di Maio ma è così che la definiamo da sempre.

Nominalmente anche la nostra Costituzione dice che la famiglia è fondata sul matrimonio, la costituzione è quella su cui si giura quando si ottiene un incarico ai massimi livelli.

Il congresso si concentra molto sul concetto di famiglia naturale: qual è secondo lei la famiglia naturale e come superare lo scontro con alcune realtà che esistono ed è impossibile non vedere?

Io non mi metto le mani davanti agli occhi, le unioni affettive non sono la famiglia naturale fondata sul matrimonio, dico che sono due cose diverse, una si chiama famiglia, ed è così dal Neolitico, fondata in modo naturale (madre e padre) sul matrimonio, che è un’istituzione pubblica. Le unioni di fatto sono un’altra cosa.

Non significa che queste qui non siano iscritte alla nostra associazione, sono iscritte lo stesso. Ci sono realtà affettive che imitano la famiglia senza istituzionalizzarla.

Le coppie omosessuali che hanno un’unione civile e dei figli possono partecipare ugualmente al congresso o alla sua associazione?

È un’unione civile ma non la si può chiamare famiglia. Se addirittura loro l’hanno chiamata unione civile perché chiamarla famiglia?

Però le chiamano famiglie arcobaleno, non è un termine che non utilizzano.

Famiglie lo utilizzano al plurale per dire che ci sono varie tipologie.

Finché la nostra costituzione non cambia, io sono nel giusto ad affermare quello che affermo, da un punto di vista giuridico, sociale e politico quello che sta scritto nella Costituzione – che è la legge suprema di questo Stato – è la verità, la realtà da perseguire. A meno che qualcuno non la cambi.

In un paese con un forte calo demografico, confrontarsi con realtà alternative a quelle tradizionali, e con le altre possibilità di avere dei figli nati da unioni civili, o altre forme di riproduzione, non è un qualcosa che converrebbe anche all’Italia?

A me sembra una cosa insignificante. Allora togliamo l’interruzione volontaria di gravidanza e risolviamo il problema. Cerchiamo di avere più bambini per tutte le vie possiibili?

Si parla di diritti di coppie e nuclei che al momento sono svantaggiati.

E quale sarebbe la ragione? I diritti li hanno tutti. Quale diritto manca? Dopo la Cirinnà questi bambini hanno tutti i diritti, non esiste più alcuna differenza per i bambini nati da coppie omosessuali.

In realtà alla legge Cirinnà mancava proprio la parte sulla stepchild adoption. Detto questo, esistono anche le mamme single italiane che vanno all’estero per avere un figlio, le stesse e i loro figli non vanno tutelati?

Io che posso farci se loro non possono avere figli? Se non possono averne, che adottino. Come abbiamo fatto noi. C’è l’istituto dell’adozione e dell’affido.

Ma l’adozione per una madre single non è ammessa in Italia.

Questo dimostra semplicemente che, secondo la legge, per adottare un figlio è necessaria la figura materna e paterna. Dopo di che se vogliamo discutere di questo, dobbiamo portare dei supporti psicologici e scientifici che dimostrino che il fatto di avere o non avere una delle due figure non ha nessun tipo di ripercussione sui bambini. Al momento questa è la legge. Il congresso non si inventa le cose.

Cosa pensa dell’operato del governo per le famiglie?

Penso che al momento non è stato fatto nulla. Come presidente di un’associazione non mi basta più ribadire un concetto, io voglio che i governi che si sono candidati per fare una determinata proposta per le famiglie, non hanno fatto un bel niente. Gli incentivi li aveva già fatti Renzi, a quel punto conveniva votare Renzi.

Sia i gialli che i verdi del governo non stanno facendo un bel niente.

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