La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che gli atti commessi dalle forze dell’ordine a Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001 sono atti di tortura.
L’organo europeo ha condannato l’Italia per le azioni dei membri delle forze dell’ordine e perché lo stato non ha condotto un’indagine efficace.
I giudici hanno riconosciuto ai ricorrenti il diritto a ricevere tra 10mila e 85mila euro a testa per i danni morali.
Sessantacinque cittadini, sia italiani che stranieri, hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti umani. Ricorsi in cui si sostiene che l’Italia ha violato il loro diritto a non essere sottoposti a maltrattamenti e tortura e si denuncia l’inefficacia dell’inchiesta penale sui fatti di Bolzaneto.
Dal 19 al 22 luglio del 2001 si svolse a Genova, in Italia, il G8, il vertice fra i capi di governo dei maggiori paesi industrializzati al mondo. Durante le quattro giornate dell’incontro, la città divenne teatro di manifestazioni che videro protagonisti diverse associazioni pacifiste e membri del movimento no-global, contrario al fenomeno della cosiddetta globalizzazione.
Le proteste sfociarono spesso in accesi scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. In uno di questi, il manifestante e anarchico italiano Carlo Giuliani, di 23 anni, rimase ucciso da un colpo di pistola del carabiniere ausiliare Mario Placanica, allora ventenne.