Il cadavere, in stato di putrefazione e con il cranio sfondato, avvolto in una coperta, era stato trovato giovedì 11 ottobre in un parco vicino al centro di accoglienza di Tavernola, in provincia di Como.
Dopo qualche giorno è stato possibile identificare la vittima: si tratta di Abdella Toure, 21 anni, proveniente dal Gambia e arrivato in Italia nel 2015.
L’identificazione è stata possibile grazie all’impronta digitale di un pollice e a una scheda sim.
Toure era stato gettato dalla scarpata che si trova alle spalle del centro di accoglienza di cui era stato ospite al suo arrivo in Italia. Il 21enne, nel 2015, aveva chiesto e ottenuto la protezione umanitaria.
Uno status che però aveva perso dopo aver commesso alcuni reati, tra cui resistenza a pubblico ufficiale e traffico di stupefacenti.
Una volta revocato il permesso di soggiorno, Abdella aveva iniziato a vivere in Italia da clandestino, senza un lavoro e senza una dimora.
L’omicidio è probabilmente avvenuto due settimane fa, ma il ritrovamento del cadavere risale allo scorso giovedì.
Proprio i precedenti penali del 21enne si sono rivelati decisivi ai fini dell’identificazione del suo corpo. Nel corso di un precedente arresto gli erano state infatti prese le impronte digitali, che combaciavano con quelle del pollice ritrovato sulla scena del delitto.
Accanto al cadavere è stato anche rinvenuto un cellulare, con una Sim card che ha permesso di risalire al ragazzo gambiano.
Ora gli inquirenti dovranno capire chi poteva aver interesse ad ucciderlo: al momento l’ipotesi del suicidio viene esclusa, perché il corpo è stato gettato da una scarpata avvolto in una coperta.
La causa della morte, secondo quanto riscontrato dal medico legale, dovrebbe essere la profonda ferita al cranio. Vicino al corpo di Abdella c’era anche un cuscino sporco di sangue.
Un mistero a cui gli uomini della squadra mobile di Como dovranno provare a dare una risposta.
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