Lo scorso 27 febbraio, su richiesta di alcuni parlamentari, è stato avviato l’iter per l’apertura di una commissione d’inchiesta monocamerale, presso la Camera dei deputati, per raggiungere la verità su Giulio Regeni.
Oggi, 10 aprile, dovrebbe concludersi questo iter, e dovrebbe essere ufficializzata l’istituzione di questa commissione, fortemente voluta dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini, tra i promotori dell’iniziativa.
“Una Commissione necessaria e indispensabile, visto che dagli uffici della procura del Cairo non c’è stata la giusta collaborazione e quindi la procura di Roma si è dovuta fermare prendendo atto della mancanza di volontà di andare fino in fondo. L’ultima cosa che è nelle nostre possibilità è quella di istituire una commissione d’inchiesta per fare chiarezza sull’uccisione di un italiano che era lì per motivi di ricerca”, spiega a TPI la deputata LeU.
Doveroso è fare ciò che è nelle nostre possibilità per restituire la verità alla famiglia di Giulio, ma anche perché è in ballo la dignità del nostro Paese. Non si può immolare la verità sull’altare degli interessi commerciali.
Bisogna insistere sulla Commissione d’Inchiesta. Purtroppo devo dire che non tutte le forze politiche hanno lo stesso obiettivo di cercare la verità.
Dovevamo essere in aula con l’esame il 25 marzo, poi è stato chiesto un iter con la commissione giustizia, questa cosa ha rallentato. Il gruppo M5S ha presentato una sua proposta di legge per l’istituzione della commissione, ho visto il testo Cinque Stelle, per me va bene. Non ho problema ad andare avanti con quella proposta. Oggi abbiamo la commissione riunita, dovrebbe stabilire la tabella di marcia, finalmente. Siamo in aula il 29 aprile, spero che la scadenza venga rispettata.
La Lega ha chiesto cose che normalmente non si verificano: hanno chiesto alcune audizioni preventive per avere delle delucidazioni in merito alla commissione d’inchiesta. Tuttavia, abbiamo fatto notare come queste audizioni debbano avvenire in seno alla commissione stessa.
La richiesta è solo un modo per prendere tempo, allungare i tempi e magari boicottare l’istituzione della commissione stessa. Mi auguro che non sia così.
Mi auguro che non ci sia nessuno che non voglia andare fino in fondo e sapere cosa è successo a Giulio Regeni. Sarebbe gravissimo, in un tempo del “prima gli italiani”.
Il presidente della Camera ha fatto una cosa giusta, ha rotto i rapporti con l’omologa camera egiziana, quindi sarebbe totalmente incorente e incomprensibile se questa stessa camera trovasse il modo di boicottare i lavori della commissione parlamentare non istituendola.
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