Il 4 dicembre i cittadini italiani saranno chiamati a votare per il referendum costituzionale sul disegno di legge Boschi. Il referendum sarà confermativo, per cui votando SÌ si darà un voto in favore della riforma, mentre votando NO si manifesterà la propria contrarietà.
Come tutti i referendum costituzionali, non sarà necessario il raggiungimento del quorum perché esso sia valido. La scheda sarà solo una e si potrà perciò o approvare in toto o respingere in toto i diversi cambiamenti contenuti nel Ddl Boschi.
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Italiani all’estero
Se l’elettore desidera votare dall’estero deve solo assicurarsi che il consolato abbia l’indirizzo corretto e gli verrà spedito a casa tutto l’occorrente per votare per posta.
Se invece è residente all’estero ma vuole votare in Italia, la prima cosa da fare è comunicare al consolato entro dieci giorni dal momento in cui è stato indetto il referendum l’intenzione di votare, fornendo tutti i documenti necessari e il comune di iscrizione AIRE (Anagrafe italiani residenti all’estero).
La domanda può essere consegnata a mano (anche da persona diversa), oppure inviata per email, posta e fax al consolato, e vale per una sola votazione. Puoi trovare gli indirizzi email e postali dei consolati qui.
I cittadini italiani che per motivi di lavoro o studio si trovano temporaneamente all’estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento della consultazione elettorale (e non sono iscritti all’AIRE) potranno lo stesso votare per corrispondenza.
È necessario comunicare l’intenzione al comune (con tutti i documenti necessari) entro i dieci giorni e dopo circa due settimane si riceveranno i plichi. Indirizzi email e postali dei comuni italiani qui.
All’interno del plico elettorale si trova il certificato elettorale, la scheda elettorale e due buste, una piccola completamente bianca e una più grande già affrancata con l’indirizzo dell’ufficio consolare competente.
Per votare si utilizza esclusivamente una penna di colore nero o blu. Dopo aver votato SÌ o NO, inserire la scheda elettorale nella busta piccola completamente bianca e chiuderla. Inserire poi la busta bianca nella busta già affrancata con l’indirizzo dell’ufficio consolare. Inserire anche il tagliando del certificato elettorale e spedirla al consolato senza aggiungere il mittente.
Italiani fuorisede
Per i fuorisede è necessario tornare a votare nel comune di residenza. Nel caso dell’ultimo referendum abrogativo che si è svolto lo scorso 17 aprile sono state previste agevolazioni per i cittadini fuorisede per tornare nel comune di residenza, come pedaggi autostradali gratuiti o sconti sui biglietti da parte di Alitalia, Trenitalia e Italo.
Le agevolazioni tariffarie per viaggi di andata alla sede elettorale di iscrizione e ritorno sono stati nella misura del 40 per cento del costo del biglietto per un importo massimo non superiore a 40 euro (presentando al ritorno la scheda elettorale timbrata).
C’è infine un’altra opzione, sui cui stanno lavorando le associazioni e i comitati promotori del voto per i fuorisede. L’escamotage prevede l’iscrizione del fuorisede come rappresentante di lista ai seggi, di modo che voti nel seggio in cui è rappresentante.
Nel caso del referendum sulle trivelle alcuni partiti, come Movimento Cinque Stelle e Sinistra italiana hanno concesso ad alcuni comitati un numero di rappresentanti di lista che sono stati distribuiti tra i fuorisede che si erano iscritti a un’apposita piattaforma.
Una soluzione dunque che non permette a tutti i fuorisede di poter votare, ma solo a coloro che riescono ad entrare nella ripartizione dei posti da rappresentanti di lista disponibili, a patto che anche per il referendum costituzionale alcuni partiti cedano in bianco questi posti.
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L’infografica riassuntiva di TPI