Una madre e la figlia di quattro anni che erano state separate dopo essere fuggite per evitare la mutilazione genitale in Costa d’Avorio, si incontreranno di nuovo prima di Natale grazie a un colpo di fortuna che ha permesso alla polizia italiana di individuare la donna.
La bambina, identificata solamente con il nome di Oumoh è una dei circa 20mila minori non accompagnati che hanno raggiunto l’Italia da nazioni africane e del Medio Oriente colpite da guerre o povertà.
Era sbarcata nell’isola di Lampedusa il 5 novembre scorso dopo essere stata salvata dalla Guardia Costiera su un barcone alla deriva nel Mediterraneo.
“Era piuttosto traumatizzata e inizialmente non parlava o cercava di comunicare”, ha raccontato Marilena Cefala, capo del centro di accoglienza dei rifugiati a Lampedusa.
Alcuni giorni più tardi un’altra bambina della Costa d’Avorio ha riconosciuto Oumoh in una foto mentre stava giocando con il cellulare di Cefala e ha permesso di identificare la madre. Le due bambine si erano incontrate in Tunisia durante il loro viaggio verso l’Europa.
Dopo una veloce ricerca su Facebook, Cefala è riuscita a ottenere da alcuni parenti in Francia il numero di telefono della madre della bambina e lo ha passato alla polizia.
“La madre è scoppiata in lacrime quando le ho detto che la sua figlia era viva e al sicuro”, ha raccontato ai giornalisti l’ispettore Maria Volpe.
La polizia sta attendendo la conferma definitiva del test del Dna, prima di consentire alla madre, che è rimasta in Tunisia, di ricongiungersi alla figlia in Sicilia.
Arrivata in Tunisia, la madre aveva affidato la figlia a un’amica per tornare in patria a recuperare alcuni beni di proprietà, ma prima che riuscisse a tornare la sua amica era già partita con la bambina. Le due erano state separate prima di arrivare in Italia.
Sono più di 168mila i migranti arrivati in Italia via mare nel 2016, rispetto ai 154mila del 2015 e probabilmente entro la fine dell’anno supereranno anche il record di 170mila sbarchi del 2014.
L’Italia è stata investita da una nuova ondata di arrivi dopo l’accordo a marzo tra l’Unione europea e la Turchia che ha chiuso la rotta balcanica e ridotto gli arrivi in Grecia.
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