Il 3 aprile 2019 l’Aula del Senato ha approvato il ddl sulla class action con 206 voti a favore. Uno solo il voto contrario, quello del senatore di Forza italia Gaetano Quagliariello, mentre sono stati 44 gli astenuti.
Il ddl, composto da sette articoli, ha l’obiettivo di riformare la class action, ovvero l’azione collettiva per la tutela dei diritti dei consumatori. Quando tante persone subiscono lo stesso tipo di danno, al posto di chiedere un risarcimento individuale possono infatti unirsi e difendersi collettivamente contro ad esempio una pratica commerciale o un errore della pubblica amministrazione.
Con l’approvazione del ddl la class action, prevista e regolata dal Codice del consumo, passa sotto la disciplina del nostro codice di procedura civile, nel nuovo Titolo VIII-bis (articoli da 840-bis a 840-sexiesdecies).
La competenza a giudicare sull’argomento passa dunque dal tribunale alla sezione specializzata in materia di impresa dei tribunali (e delle Corti di Appello). Inoltre, con il nuovo ddl si ampliano le situazioni giuridiche tutelate, come anche il ventaglio degli strumenti di tutela, che prevede adesso anche la possibilità di azione inibitoria collettiva verso gli autori delle condotte lesive.
La class action, d’ora in poi, sarà articolata in tre fasi: la prima e la seconda relative all’ammissibilità dell’azione e alla decisione sul merito, l’ultima relativa alla liquidazione delle somme dovute agli aderenti all’azione. L’adesione alla class action sarà consentita sia prima che dopo la sentenza che accoglie l’azione.
Tra gli altri temi trattati, la disciplina del compenso per i rappresentanti della classe ed i difensori, in caso di accoglimento della domanda, col riconoscimento della cosiddetta quota lite; l’ampio ricorso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a fini di pubblicità della procedura e l’introduzione del principio dell’irretroattività che blocca il meccanismo, previsto inizialmente nel testo della proposta di legge, che la class action possa essere chiesta anche contro eventi accaduti prima dell’entrata in vigore della legge.
Soddisfatta Alessandra Riccardi, senatrice M5s e capogruppo in commissione giustizia: “L’approvazione della nuova class action è una vittoria del Movimento e di tutta l’Italia. Da oggi i cittadini hanno a disposizione uno strumento efficace per far valere i propri diritti nei confronti delle imprese che si comportano in modo scorretto. La vecchia azione di classe, introdotta nel 2006, ha funzionato poco e male. L’abbiamo ripensata profondamente, ora è più accessibile economicamente, aperta ad una partecipazione più ampia e con tempi di conclusione più brevi”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it