CHIUSURA DOMENICALE NEGOZI LEGGE – Lega e Movimento 5 Stelle hanno raggiunto un accordo sulla chiusura domenicale dei negozi: la maggioranza ha deciso che gli esercizi commerciali potranno restare aperti per la metà delle domeniche, ossia 26 su 52 totali.
Il piano prevede anche la chiusura in occasione delle 12 festività nazionali, ma sono concesse deroghe per un massimo di 4 giorni di apertura da stabilire su base regionale.
Il divieto non si applica invece ai negozi presenti nei centri storici: le attività commerciali hanno il permesso di restare aperti tutte le domeniche, tranne nei giorni festivi.
Stesso trattamento è riservato ai negozi di vicinato fuori dal centro storico: nei paesi fino a 10mila abitanti potranno restare aperti i locali fino a 150 metri quadri, mentre nei comuni che superano i 10mila abitanti saranno aperti i negozi fino a 250 metri quadri.
Sempre aperte anche le rivendite di generi di monopolio, gli esercizi interni ai campeggi, ai villaggi e ai complessi turistici, gli esercizi di vendita al dettaglio nelle aree di servizio lungo le autostrade, nelle stazioni ferroviarie, marittime ed aeroportuali, i giornalai e librerie, gelaterie, gastronomie, le rosticcerie e le pasticcerie, gli esercizi specializzati nella vendita di bevande, fiori, piante e articoli da giardinaggio, mobili, dischi, nastri magnetici, musicassette, videocassette, opere d’arte, oggetti d’antiquariato, stampe, cartoline, articoli da ricordo e artigianato locale e le sale cinematografiche.
Chi non rispetta le nuove regole rischia una multa da 10mila a 60mila euro che raddoppiano in caso di recidiva.
Il testo è stato depositato in commissione Attività produttive della Camera dal relatore Andrea Dara della Lega ed è il frutto della sintesi delle posizioni del Carroccio e dei pentastellati. Il Movimento voleva limitare l’apertura domenicale al 25 per cento dei negozi, mentre la Lega puntava ad un massimo di otto aperture nel fine settimana.
In sintesi, i negozi possono lavorare 26 domeniche su 52 su tutto il territorio nazionale, con diverse deroghe.