Certificato medico assenze scolastiche abolizione | Gli studenti di otto regioni italiane non saranno più obbligati a presentare un certificato medico per giustificare la propria assenza, nemmeno dopo essere stati assenti per 5 giorni.
Il Lazio è l’ultima regione ad aver aderito alla disposizione del ministero della Sanità. La notizia è stata comunicata con una nota firmata dal ministero dell’Istruzione il 7 novembre 2018 alle segreterie dei singoli istituti, che dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni.
Nei casi di una profilassi prevista a livello nazionale e internazionale “per esigenze di sanità pubblica” resta però in vigore l’obbligo di presentare il certificato medico alla scuola.
Le altre regioni – Le disposizioni del ministero della Sanità erano già entrate in vigore nel Nord in Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, con l’eccezione di Vento e Valle d’Aosta.
Prima del Lazio, nel Centro Italia aveva già eliminato l’obbligo di presentare il certificato la Regione Umbria, mentre non hanno ancora aderito alle nuove disposizioni le altre regioni del Centro, né quelle del Sud e le isole.
“Questa scelta riduce la burocrazia senza abbassare i livelli della prevenzione”, è stato il commento dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
Non tutti sono però d’accordo con l’abolizione dell’obbligo del certificato medico per le assenze scolastiche, come dimostrano i commenti della Federazione italiana medici pediatri.
In precedenza, la federazione aveva spiegato che il certificato si era dimostrato utile per evitare “ritardi e omissioni” nella rilevazione di casi di tubercolosi o altre malattie infettive, bloccando il diffondersi delle malattie stesse tra gli alunni.
Al di là dei pareri contrari o favorevoli sull’argomento, l’abolizione del certificato medico per le assenze scolastiche nel Lazio e nelle altre regioni italiane è considerato un atto storico per l’Italia.
L’obbligo, infatti, è stato introdotto il 22 dicembre 1967, con l’approvazione del decreto numero 1518 del presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat ed è stato abolito solo di recente dal ministro della Sanità.
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