L’eurodeputata del Pd Cecile Kyenge e il marito stanno divorziando, secondo quanto rivelato dalla donna stessa sui suoi profili social. Nei giorni scorsi aveva fatto molto discutere la notizia che il marito (quasi ex) si è candidato con la Lega.
“Non c’è nessuna novità, salvo il fatto che si stia finalmente avvicinando la data dell’udienza davanti al giudice per la fine del nostro matrimonio; udienza da me richiesta ormai mesi addietro”, ha scritto su Facebook la Kyenge. “Ho così cercato da tempo di mettere un punto finale all’episodica ed indecorosa esibizione delle questioni familiari, e posso capire le fibrillazioni della vigilia dell’udienza stessa”.
La notizia che il marito si fosse candidato proprio con la Lega, i cui esponenti più e più volte hanno rivolto insulti razzisti contro la Kyenge aveva sconvolto molti, tanto da costringere la politica a dare una spiegazione.
“Care amiche, cari amici sento il dovere di rispondere alle tante persone che in queste ore chiedono informazioni riguardo la candidatura annunciata di mio marito nelle file della Lega al Comune di Castelfranco Emilia. Ho sentito anch’io la sua intervista a Radio24, ribadisco e tutelo la sua libertà di candidarsi con chi desidera (…) ma per quanto mi riguarda è proprio il caso di dire che non c’è nessuna novità rilevante, essendo questo l’ennesimo e forse neanche l’ultimo episodio di una vicenda il cui copione è già scritto e anche noto”.
“Le questioni politiche che mi vedono impegnata da anni e nelle quali intende legittimamente impegnarsi pure mio marito, devono essere tenute al di fuori della cerchia familiare. Questo succede in tutte le famiglie che si impegnano nella cosa pubblica con etica e rispetto. Lo pretendo in primis per il rispetto delle nostre figlie e dei nostri rispettivi cari”.
Cecile Kyenge e la Lega
Il senatore leghista e vicepresidente dell’aula di Palazzo Madama, Roberto Calderoli il 14 gennaio scorso è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi per gli insulti razzisti all’allora ministra per l’integrazione Cecile Kyenge.
Era il 2013 quando di fronte a migliaia di persone la ministra venne paragonata a un orango da Calderoli. Un oltraggio che il Tribunale di Bergamo ha definito una diffamazione aggravata dall’odio razziale.
A proposito di questo episodio il marito dell’eurodeputata del Pd ha commentato: “Io penso per me, ognuno pensa per
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