Nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2018 nove persone sono morte a Casteldaccia, in provincia di Palermo, dopo che il fiume Milicia ha travolto la casa in cui si trovavano due famiglie.
Tra i corpi recuperati dai vigili del fuoco, ci sono anche quelli di due bambini di 1 e 3 anni, e di un adolescente di 15 anni.
L’allarme è stato dato da uno dei familiari, che è riuscito a rifugiarsi su un albero e a chiamare i soccorsi.
Il racconto – “È successo tutto in pochi secondi, all’improvviso l’acqua e il fango hanno sfondato i vetri, tutte le imposte. Non abbiamo più capito niente”, ha raccontato agli inquirenti che hanno aperto un’inchiesta sulla tragedia di Casteldaccia.
“In pochi istanti l’acqua ha raggiunto il tetto. Io sono riuscito a uscire e salire sull’albero. Solo per questo mi sono salvato”.
Un secondo testimone – Testimone della tragedia che si è consumata a Casteldaccia anche un secondo uomo, che si stava recando nell’abitazione vicina a quella travolta dalle acque del fiume.
“Sono stati momenti terribili, il fiume che si ingrossa nel giro di pochi minuti e diventa un’onda che travolge tutto e tutti. Case e persone” .
“Io stavo andando a un incontro del mio gruppo di preghiera, avevo appena imboccato la stradina che dalla statale porta giù, pioveva a dirotto ed era buio, ma ho sentito un rumore forte, come un boato, e sono scappato prima che l’acqua travolgesse tutto”, racconta l’uomo, che teme che un episodio simile si ripeta.
Le case abusive – “Questa è una zona molto particolare, questa vallata è stata sempre una zona franca. Perché mai nessuno ha controllato le case abusive che in questa zona sorgevano come funghi a ridosso del fiume? Un tempo, in questa zona si facevano pure riunioni di mafia. Questa è una tragedia annunciata”.
“Ora ho solo un grande dolore dentro per quello che è accaduto”, prosegue l’uomo, che preferisce rimanere anonimo per paura di ritorsioni.
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