Gambe e braccia paralizzate a vita a causa di un’aggressione di matrice razzista. È la tragica storia di Jerry, un immigrato ghanese di 29 anni massacrato di botte mentre si trovava a bordo di un autobus a Castel Volturno, in provincia di Caserta.
Il giovane stava rientrando a casa dopo una normale giornata di lavoro come saldatore, quando è stato aggredito da uno sconosciuto.
“Ho chiesto all’autista del pullman di poter scendere e mi sono alzato dal mio posto per far accomodare una signora. C’era una persona avanti a me a cui ho chiesto cortesemente di farmi passare per scendere. Lui mi ha mandato a quel paese. Io gli ripetevo ‘Scusa mi fai scendere?’. L’ho ripetuto tre volte senza avere risposta. Quando gli sono passato accanto lui mi ha sferrato un colpo alle spalle e sono caduto fuori dal pullman”, racconta Jerry in un’intervista a Fanpage.
Dopo essere caduto, l’immigrato ancora a terra è stato nuovamente colpito dall’uomo.
Il pestaggio ha causato al ghanese la paralisi totale degli arti, sia quelli superiori sia quelli inferiori.
Oggi Jerry è costretto a vivere su una sedia a rotelle, assistito 24 ore su 24 da personale sanitario.
“Le mie mani non funzionano più. I miei piedi non funzionano più”, dice il giovane.
All’immigrato è stata diagnosticata una paraplegia degli arti inferiori e la diparesi degli arti superiori e la diagnosi è definitiva, il che significa che la condizione di paralisi non è reversibile.
“È qualcosa di drammatico e intollerabile, visto che non c’è mai stato nessun dissidio e non conosce il suo aggressore e non lo ha mai conosciuto”, commenta il legale di Jerry, l’avvocato Hiliary Sedu.
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